Giuseppe Zambon, nella sua duplice veste di Consigliere dell’INT e di coordinatore della Commissione Fiscalità, è intervenuto alla Commissione Evasione Fiscale MEF presieduta da Enrico Giovannini, tenutasi presso il Ministero dell’Economia, per discutere dello spinoso problema dell’economia non osservata e dell’evasione fiscale e contributiva.
Presenti al dibattito erano, ovviamente, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le organizzazioni sindacali e le associazioni familiari.
In quell’ambito, Enrico Giovannini ha dichiarato: “In vista della preparazione della Relazione di quest’anno la Commissione sta svolgendo numerose attività volte sia ad allargare lo spettro delle voci prese in considerazione, sia a migliorare le metodologie di stima, così da produrre dati sempre più accurati e dettagliati, vorremmo raccogliere osservazioni e suggerimenti da parte vostra, per migliorare la qualità dei dati e della Relazione”.
Zambon, dal canto suo, ha aggiunto: “Purtroppo la farraginosità legislativa, le modifiche normative troppo frequenti, quali i vari spesometri, le trasmissioni di liquidazioni IVA trimestrali, le trasmissioni dei dati più disparati all’Anagrafe tributaria con la finalità dichiarata di agevolare i contribuenti nella compilazione della dichiarazione dei redditi (ma di fatto utilizzati giustamente anche a fini accertativi) oltre alla limitazione nell’utilizzo dei crediti che ora vedono l’obbligo di apposizione del visto di conformità sopra i 5.000 euro (obbligando di fatto a maggiori costi anche i privati che affrontano rilevanti interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico, in parte disincentivandoli), portano sicuramente ad un maggior controllo, ma anche inevitabilmente ad un aumento della propensione all’evasione ed alla perdita di credibilità del sistema fiscale italiano. Una credibilità che l’Amministrazione tributaria continua a perdere anche a causa del fatto che gli innumerevoli dati che le vengono forniti dai contribuenti tramite gli intermediari fiscali autorizzati, spesso, non sono condivisibili tra i vari settori della Pubblica Amministrazione per le differenti piattaforme informatiche utilizzate e di fatto ciò vanifica l’annuncio “semplificazione” e riduce la possibilità di controllare i comportamenti dei contribuenti. Se si vuole porre mano a delle iniziative anti evasione efficaci, è assolutamente necessaria una tregua normativa di durata “importante”, solo in questo modo si potrà valutare anche l’ipotesi di semplificare “veramente” e non solo a parole, la macchina fiscale, magari anche tornando indietro su scelte già fatte più di natura burocratica che di politica tributaria, non proprio condivise dai contribuenti e dai professionisti del settore”.
Vera MORETTI
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