Nautica Made in Italy tra le eccellenze dell’export

Gli Stati Uniti sono i primi estimatori e consumatori dei prodotti Belli e ben fatti italiani, denominazione che indica il Made in Italy di livello medio-alto, che rappresenta da sempre uno dei settori più floridi quando si tratta di export.

Tra questi, sicuramente merita un posto di spicco anche la nautica, le cui esportazioni portano a 1,9 miliardi, contro 1,5 miliardi degli Usa.
Cifre già esorbitanti, non c’è che dire, ma che possono aumentare e migliorare ulteriormente, poiché le potenzialità sono ancora enormi, considerando quegli stati federati in cui la nautica italiana è ad oggi meno presente. Facendo una stima approssimativa, di tratterebbe di altri 560 milioni, come ha confermato Luca Paolazzi, direttore del centro studi Confindustria, in occasione del convegno di Ucina-Satec sulla crescita del settore nautico.

Paolazzi è anche autore di “Esportare la Dolce Vita” pubblicazione che analizza scenari economici e di andamento del mercato e che ha preso in esame le possibilità di export negli Usa, considerando le eccellenze Made in Italy, di cui la nautica fa ovviamente parte.

Paolazzi ha dichiarato in proposito: “Si tratta di una vetrina perfetta di quelli che chiamiamo i ‘Belli e Ben fatti italiani’, cioè prodotti che uniscono estetica a funzionalità, tecnica e bellezza. E per la nautica questo è un ambiente ideale, perché rappresenta anche una vetrina per questi prodotti che troviamo dall’arredamento all’accessorio all’interno delle imbarcazioni. Abbiamo fatto una valutazione nei mercati avanzati, ne abbiamo considerati 31 cioè i principali. L’export italiano di prodotti Belli e Benfatti è di circa 60miliardi di euro, arriverà a 70miliardi e potrebbe crescere ancora di più verso i 77. I mercati emergenti rappresentano la sfida del domani ma sono 1/3 in termini di stazza rispetto a quelli avanzati, per cui è importante giocare su entrambe le tastiere usando esperienza e risorse che si raccolgono su mercati avanzati per puntare su questi paesi che hanno prospettive di più lungo periodo migliori”.

Vera MORETTI