Cibo e vino Made in Italy spopolano all’estero, e in questo periodo soprattutto in Cina, dove in questi giorni, dall’11 al 20 luglio, è in corso un roadshow delle eccellenze italiane tra Beijng, Changsha e Shanghai.
Questo importante evento è organizzato da The I Factor, promosso da Itchefs-GVCI, Stelle d’Italia e ICWF, in collaborazione con l’Agenzia per la Cina, di Unichef consulting e con il patrocinio dell’Ambasciata italiana, al quale prendono parte sia alcune grandi aziende top del settore sia alcuni dei migliori chef stellati.
Ecco i nomi: Heinz Beck (tre stelle Michelin), Tano Simonato (Tano passami l’olio, Milano), Raffaele Ros (San Martino Scorze’, Venezia), Luciano Zazzeri (La Pineta, Marina di Bibbona Livorno), Paolo Gramaglia (President, Pompei Napoli) Luigi Taglienti (Lume, Milano), Terry Giacomello (Inkiostro, Parma) Enrico Gerli (I Castagni, Vigevano Pavia), tutti con una stella Michelin.
Massimiliano Esposito, presidente della Federazione italiana cuochi in Cina, ha dichiarato: “In Cina amano la nostra cucina, i veri sapori italiani, la nostra millenaria cultura e questo è un volano incomparabile per tutta la nostra economia d’eccellenza”.
In questo senso, il summit è senza dubbio un’opportunità da non perdere per le imprese dell’agroalimentare e dei servizi per la ristorazione Made in Italy, se interessati a promuovere i loro prodotti e la loro immagine in Cina.
Continua Esposito: “Tra le novità segnaliamo la creazione di un’App del broadcast Tmall, la piattaforma di scambio commerciale tra produttori e consumatori, del gruppo Alibaba fondato da Jack Ma. Attualmente è attiva per consumatori della Repubblica Popolare Cinese, Taiwan, Hong Kong e Macao, con accesso a produttori internazionali. Ovvero anche ai grandi prodotti italiani di qualità, dalla mozzarella di bufala alle erbe profumate. C’è stato poi un accordo bilaterale tra Italia e Cina: lo Stato cinese ha creato nella sua polizia un reparto speciale che controlla se nei supermercati si vendono i veri prodotti italiani”.
Accordo bilaterale è stato firmato anche a seguito della polemica dei pomodori cinesi venduti in Italia come fossero provenienti dal nostro Sud: sembra che in Cina sia stata fatta una campagna contro i pesticidi dannosi e che il gusto dei cinesi si stia raffinando, e ciò potrebbe significare una cosa importante: la pretesa di prodotti di qualità e un interesse sempre più scarso nei confronti di quelli contraffatti.
Vera MORETTI
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