L’innovazione italiana è sempre più green, tanto che, in dieci anni, il numero di brevetti Made in Italy è aumentato del 22%, andando così a rappresentare il 10% delle 3.645 domande di brevetto registrate nel 2015.
Si tratta di invenzioni regolarmente registrate che introducono innovazioni a basso impatto ambientale nei processi o nei prodotti realizzati.
I settori in cui sono più diffusi, secondo l’analisi effettuata da Unioncamere-Dintec sulla base dei brevetti pubblicati dall’European Patent Office (EPO), sono il medicale e gli imballaggi, anche se aumentano gli elettrodomestici/casalinghi e arredo, che recuperano ben tre posizioni rispetto al 2006, rubando il podio ai veicoli stradali.
In calo del 60%, invece, i brevetti legati a una parte delle tecnologie che compongono la Digital economy e communication, che passano dal sesto posto occupato nel 2006 al diciottesimo del 2015.
Le KET, Key Enabling Technology, tecnologie abilitanti a più alta intensità di conoscenza associate alla ricerca applicata e allo sviluppo sperimentale, che ovviamente richiedono investimenti elevati e lavori altamente specializzati, si mantengono costanti, sui mille brevetti all’anno.
Riguardano i settori biotech, fotonica, manifattura avanzata, materiali avanzati, nano/micro-elettronica e nanotech, che rappresentano il 29% del totale dei brevetti italiani pubblicati dall’EPO nel 2015.
Grazie a queste performance, l’Italia si posiziona al quarto posto nella graduatoria europea, dopo Germania, Francia e Olanda. Ci seguono Svezia e Spagna, molto vicine.
Leader, dal punto di vista territoriale, rimane per l’Italia il Nord Ovest, con Milano, Torino e Genova in pole position, anche se ultimamente è stato registrato un deciso calo, che però non è stato colmato da nessun’altra area. Alle regioni del Nord Ovest si devono 26.000 brevetti europei registrati nel decennio, contro i 19.000 circa del Nord Est, i 9.000 del Centro e i poco più di 2.000 del Mezzogiorno.
A livello provinciale, confrontando il numero dei brevetti pubblicati nel 2006 con quelli del 2015, in vetta alla classifica delle province più innovative si posiziona Treviso (41 brevetti in più del 2006), seguita da Firenze (+37) e Parma (+30). Sul fronte opposto, a risentire di più della congiuntura negativa del decennio mostrano di esser state Monza Brianza (i cui brevetti pubblicati all’EPO nel 2015 sono stati 53, contro i 247 del 2006), Milano (-126) e Torino (-88).
Vera MORETTI
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