Niente ripresa se la spesa delle famiglie non aumenta

Si potrà parlare di vera e propria ripresa solo quando la spesa delle famiglie sarà tornata ai livelli del 2007 in tutte le regioni. Per ora questi dati sono stati registrati solo in sei regioni, un po’ poco per poter dire effettivamente che la crisi è solo un ricordo.

Si tratta del Trentino-Alto Adige, della Liguria, della Basilicata, della Valle d’Aosta, dell’Emilia Romagna e della Toscana, ma comunque con differenti intensità, e con incrementi maggiori nelle province autonome di Trento e Bolzano, con una spesa media annuale in aumento di 2.493 euro sul 2007. Seguono le famiglie liguri, che nel 2016 hanno speso poco più di mille euro in più (1.026) rispetto a quanto al pre-crisi. Al terzo posto c’è la Basilicata, che registra una spesa media familiare in ascesa di 434 euro sul 2007, poco lontano dagli incrementi di Valle d’Aosta (+389 euro a famiglia) e Toscana (+377). Ripresa in atto, ma per un soffio, per i nuclei dell’Emilia Romagna, ora assestati su una spesa media di 35.705 euro, 89 euro in più rispetto al periodo pre-crisi.

Le altre regioni, al contrario, ancora arrancano, con livelli di spesa nettamente inferiori a quelli del 2007, ma anche in questo caso le differenze territoriali sono notevoli.
Se, infatti, le famiglie lombarde si stanno avvicinando ai livelli pre-crisi (-163 euro l’anno), in altre Regioni si registrano picchi negativi molto preoccupanti, al Nord come nel Centro Italia e nel Mezzogiorno.
Le peggiori performance appartengono alle famiglie umbre, la cui spesa media annuale, nell’ultimo anno disponibile, è stata inferiore di -5.711 euro al dato registrato nel 2007. A poca distanza c’è la Calabria (-5.628 euro di spesa media) ed il Veneto, dove il buco del budget familiare si attesta a -4.881 euro. E, oltre al Veneto, tre altre Regioni hanno un deficit di spesa media superiore ai 4mila euro l’anno per nucleo familiare: Sardegna (-4.251 euro), Molise (-4.227 euro) e Marche (-4.037 euro).

Questa situazione ha decisamente contribuito a far aumentare il divario tra le regioni, perché, se nel 2007 la differenza annua tra Trentino e Calabria, rispettivamente la regione più ricca e più povera, era di 8.350 euro, oggi è di quasi 16.500, il 97% in più. Un aumento che porta la spesa meda delle famiglie calabre ad essere poco più di della metà (il 54%) di quella dei trentini.

Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti, ha dichiarato in proposito: “I segnali in arrivo da molti comparti dell’economia, turismo ed esportazioni, appaiono positivi come non mai. Dopo anni di difficoltà, la ripresa appare finalmente a portata di mano: un cambiamento che non può che avere che conseguenze positive sulla fiducia di cittadini e imprese. Ma se è vero che sono necessari tre indizi per fare una prova, dopo le buone performance della produzione industriale e dei flussi turistici, per confermare in pieno il ritorno alla crescita nostro Paese manca proprio la ripresa dei consumi delle famiglie. Che, come è evidente dai dati dell’indagine, non si è ancora materializzata nella maggior parte di Italia. Per questo riteniamo assolutamente necessario intervenire a favore delle famiglie e alle imprese che fanno riferimento alla domanda interna, dai negozi alle botteghe artigiane. La prossima legge di Bilancio, al netto di richieste draconiane da parte dell’Europa, potrebbe essere l’occasione per mettere in cantiere un intervento redistributivo che consolidi la ripartenza dei consumi. Ricordiamo, da questo punto di vista, che sono trascorsi dieci anni dall’ultima revisione delle aliquote Irpef”.

Vera MORETTI