Cgia dice no alle assunzioni nella PA

In vista delle nuove assunzioni previste dalla Pubblica amministrazione, c’è chi storce il naso e vorrebbe che, prima di assumere nuove risorse, la PA provvedesse ad azzerare i debiti nei confronti delle aziende fornitrici, che attualmente ammontano a 64 miliardi di euro, di cui 34 esistenti a causa di ritardi nei pagamenti.

A questo proposito si è espresso Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia, che ha voluto replicare duramente alle dichiarazioni di Angelo Rughetti, Sottosegretario alla Pubblica amministrazione, il quale ha ipotizzato quasi 500.000 nuovi assunzioni nel pubblico impiego in sostituzione di altrettanti statali che nei prossimi 4 anni andranno in pensione.

Queste le parole di Zabeo: “A causa dei mancati pagamenti della Pa negli ultimi anni sono state migliaia e migliaia le imprese private che lavorano per lo Stato ad essere state costrette a licenziare una parte dei dipendenti perché non in grado di sostenerne i costi. Quindi, prima di lanciare promesse dal vago sapore elettorale, sarebbe bene conoscere e risolvere i danni che causa la Pa al sistema privato che, in termini economici, non ha eguali nel resto d’Europa”.

E questo quanto aggiungo da Renato Mason, segretario della Cgia: “La nostra Pa non solo paga con un ritardo inaccettabile, ma quando lo fa non versa più l’Iva al proprio fornitore. Insomma, oltre al danno anche la beffa. Pertanto, le imprese che lavorano per lo Stato, oltre a subire tempi di pagamento spesso irragionevoli, scontano anche il mancato incasso dell’Iva che, pur rappresentando una partita di giro, consentiva alle imprese di avere maggiore liquidità per fronteggiare i pagamenti di ogni giorno. Questa situazione, associandosi alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese in atto dal 2011, ha peggiorato la tenuta finanziaria di moltissime aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione”.

Vera MORETTI

Direttore

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