Assegno di maternità per autonomi: come funziona in regime ordinario e forfettario

La maternità è un diritto che spetta oltre che alle dipendenti con contratto di lavoro subordinato, anche alle lavoratrici in possesso di Partita Iva sia in regime forfettario sia ordinario.

In particolare, il Regime Forfettario è un regime fiscale agevolato, destinato alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni. In altre, parole un regime fiscale che prevede delle semplificazioni fiscali e contabili, per lo svolgimento della propria attività autonoma. Si precisa che, il diritto alla maternità verrà riconosciuto anche nel caso di adozioni o affidamenti.

Se si possiede Partita Iva a chi spetta la maternità

Per poter avere diritto alla maternità, dovrai necessariamente essere in regola con il pagamento dei contributi (anche quelli riguardanti il periodo di maternità), ed essere iscritta alla gestione dell’Inps.

Le attività con partita Iva che danno diritto alla maternità sono le seguenti:

  • Artigiana
  • Commerciante
  • Coltivatrice diretta
  • Colona
  • Mezzadra
  • Imprenditrice agricola professionale
  • Pescatrice autonoma della piccola pesca

L’indennità di maternità per partita Iva, non differisce da quella di qualsiasi altro dipendente ovvero avrà la durata di 5 mesi (per i due mesi antecedenti al parto e per i tre mesi successivi).

Un’importante differenza che caratterizza solamente la maternità per chi possiede Partita Iva è rappresentata dal fatto che si potrà continuare a svolgere la propria attività professionale anche durante il periodo di maternità.

La domanda per l’indennità di maternità per le lavoratrici con Partita Iva andrà presentata mediante il servizio dedicato sul portale dell’Inps. Tale indennità può essere richiesta anche se l’iscrizione alla propria gestione è avvenuta successivamente alla data di inizio del periodo di maternità.

Infine, per quando riguarda l’ammontare dell’indennità di maternità per chi possiede una Partita Iva consiste nel versamento di cinque mensilità retribuite all’80% del reddito professionale dichiarato nel secondo anno precedente a quello in cui viene presentata la domanda di indennità.

Inoltre, nei primi tre anni di vita del bambino, sono previsti sei mesi di congedo parentale, durante i quali può percepire un’indennità pari al 30% della retribuzione.

Katia Perna

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