Il lavoratore autonomo, se stanco della propria attività, può decidere di chiuderla. A causa della pandemia da Covid-19 sono molti i professionisti che hanno preso questa drastica scelta.
Svolgere la professione da libero professionista o da freelance comporta l’apertura della partita IVA. Bastano pochi anni per capire se si è fatta la scelta giusta o meno. Nel primo caso, basta aderire al regime fiscale più conveniente e trarre soddisfazione della propria attività. Ma quando invece ci si rende conto che la scelta fatta è sbagliata, cosa fare? Una delle cose da fare è chiudere la partita IVA. Tuttavia, è necessario compilare il modello AA9/12 e presentarlo presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate.
Il modello deve essere consegnato entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività. Inoltre, per presentare la cessazione d’inizio attività ai fini delle persone fisiche, i contribuenti devono avvalersi della Comunicazione Unica. La comunicazione unica, composta da un frontespizio e dalle diverse modulistiche, permette di compilare il modello AA9/12. Il tutto deve può anche essere inviato in via telematica o su supporto informatico del Registro delle imprese.
Il modello AA9/12 può essere inviato all’Agenzia delle Entrate in modi differenti, messi a disposizione, dallo stesso Ufficio. E sono:
Una cosa è certa: una persona non può alzarsi la mattina e chiudere in qualsiasi momento. Infatti, se ci sono delle operazioni non ancora cessate, e si aspettano delle fatture da pagare, non si può. Infatti, la partita IVA deve rimanere aperta, per permettere ai vari soggetti di fatturare tranquillamente i propri compensi.
Il discorso vale anche al contrario, cioè quando è il professionista che ancora non ha emesso fattura, o non ha incassato i propri compensi. Quando tutte le operazioni sono state concluse, la partita IVA può essere chiusa, senza alcun problema. Ma quanto costa? Per chiudere una partita IVA non è necessario avere alcun costo. Quello che va pagato è il professionista, ad esempio il commercialista, che si occupa di effettuare l’operazione.
E’ possibile controllare che la propria partita IVA sia stata chiusa correttamente. Basta cliccare su uno dei seguenti link:
Si ricorda che il contribuente deve aver provveduto anche a fare la Comunicazione presso la Cassa di appartenenza, se prevista. Inoltre, per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata INPS, non vi sono adempimenti particolari da dover eseguire.
L’Agenzia delle entrate può decidere di chiudere la partita Iva d’ufficio. Questo avviene quando, in relazione ai dati in loro possesso, il contribuente non ha svolto alcun tipo di attività d’impresa, professionale o commerciale, nei tre anni precedenti. A stabilirlo è il provvedimento direttoriale del 3 dicembre 2019, per effetto del quale viene data attuazione all’art. 35 comma 15-quinquies del DPR n 633/72 (introdotto dal DLgs. n 175/2014 e modificato dal DL n 193/2016), il quale dispone la cessazione delle partite IVA dopo tre anni di inattività.
Anche in questo caso non sono previsti ulteriori costi da sostenere. La chiusura d’ufficio viene comunicata al soggetto tramite lettera raccomandata. Entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione, il contribuente può rivolgersi ad uno sportello dell’Agenzia delle entrate, per fornire chiarimenti sulla sua posizione. Sarà poi lo stesso ente a chiudere la partita IVA del soggetto.
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