Pensione avvocati: aliquote, importi e requisiti

Pensione avvocati, aliquote, importi e requisiti
Pensione avvocati, aliquote, importi e requisiti

La pensione di vecchiaia, quella di anzianità e quella di vecchiaia contributiva, ma anche la pensione di inabilità. Sono queste, per quel che riguarda la pensione avvocati, le principali prestazioni previdenziali che sono corrisposte, al richiedente in possesso dei requisiti previsti, dalla cassa previdenziale di riferimento, ovverosia da parte della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense.

Ma detto questo, per la pensione avvocati, quali sono le aliquote, gli importi ed i relativi requisiti? In particolare, per la pensione avvocati le aliquote, gli importi ed i requisiti variano in ragione del tipo di prestazione che, maturato il diritto, la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense sarà chiamata ad erogare.

Requisiti pensione di vecchiaia avvocati ed integrazione al minimo

Nel dettaglio, per la pensione di vecchiaia avvocati, dal primo gennaio del 2021, servono 70 anni di età ed almeno 35 anni di effettiva iscrizione e contribuzione alla Cassa. Ma l’avvocato, nel rispetto del requisito di anni di effettiva iscrizione e di contribuzione alla Cassa, ha comunque la facoltà di anticipare il pensionamento al compimento del 65esimo anno di età.

L’importo della pensione di vecchiaia avvocati è dato dalla somma di due quote, la quota di base che è calcolata secondo il criterio retributivo, e la quota modulare che, invece, è calcolata secondo il criterio contributivo. Ed in ogni caso è prevista l’integrazione al trattamento minimo che è pari ad un importo annuo rivalutabile di 10.160 euro prendendo come base l’anno 2008.

Pensione di anzianità avvocati, i requisiti anagrafici e quelli contributivi

Per la pensione di anzianità avvocati, invece, a partire dall’1 gennaio del 2020 i requisiti anagrafici e contributivi con la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense sono i seguenti: 62 anni di età e 40 anni di effettiva iscrizione e contribuzione alla Cassa. In questo caso la prestazione previdenziale viene erogata se e solo se, da parte dell’avvocato, si verifica la cancellazione dall’albo ed anche dall’albo speciale per il patrocinio.

Quando l’avvocato può accedere alla pensione di vecchiaia contributiva

Gli avvocati che, per la pensione di vecchiaia, rispettano il requisito dell’età anagrafica ma non quello dell’anzianità contributiva, possono comunque andare in pensione con la prestazione di vecchiaia contributiva nel rispetto di opportune condizioni. Nel dettaglio, servono almeno 5 anni di contribuzione e di effettiva iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense.

E serve pure che l’avvocato, che vuole andare in pensione con la prestazione di vecchiaia contributiva, non si sia avvalso dell’istituto della ricongiunzione verso un altro ente previdenziale. Se questi requisiti sono rispettati, allora l’avvocato potrà chiedere ed ottenere la pensione di vecchiaia contributiva oppure potrà optare per la prosecuzione del versamento dei contributi al fine di raggiungere una maggiore anzianità o punta alla maturazione di requisiti per l’accesso a prestazioni pensionistiche di tipo retributivo.

I requisiti di accesso alla pensione di inabilità con la Cassa Forense

Se in modo permanente o totale, l’avvocato perde la capacità di esercitare la professione, la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense può riconoscere all’avvocato pure la pensione di inabilità. Ma a patto che la malattia o l’infortunio siano sopravvenuti durante l’iscrizione alla Cassa con almeno 5 anni di iscrizione e di effettiva contribuzione, e che l’iscrizione sia stata continuativa a partire da una data anteriore al compimento, da parte dell’iscritto, dei 40 anni di età.