Pensione: come si calcolano le settimane di contributi INPS?

Nel grande ballo delle pensioni e dei lavori sempre più altalenanti, molti si chiedono come calcolare i contributi INPS e capre il futuro che li attende. Andiamo, quindi oggi a scoprire come si calcolano le settimane di contributi INPS.

Il calcolo dei contributi INPS: una nuova frontiera della pensione

Cominciamo con riassumere in breve il quadro della situazione. Va ricordato che di recente, la legge sulla Quota 100 ha riportato inevitabilmente il tema delle pensioni al centro del dibattito pubblico. La legislazione sull’accesso al pensionamento è cambiata, di fatto, nel corso degli anni per poter affrontare le esigenze della riduzione della spesa pubblica e del cosiddetto debito pubblico. Ciò non ha fatto altro che comportarevisto sia l’allungamento del periodo lavorativo utile ad accedere al pensionamento e sia la possibilità di ridursi l’assegno pensionistico, per via dell’introduzione del metodo di calcolo contributivo.

Quindi qualvolta arriva una legge nuova sulle pensioni, il dipendente finisce per affannarsi di dover capire quando potrà finalmente conquistare la tanto attesa pensione. Molto spesso si fa riferimento al concetto di settimana contributiva. Quindi sarà utile conoscere, per i lavoratori come si calcolano le settimane contributive Inps.

Come calcolare le settimane contributive INPS

Sostanzialmente il calcolo delle settimane contributive Inps potrebbe apparire come un qualcosa di banale e di scontato, però non è così semplice come si potrebbe a primo impatto pensare. Per fare suddetto calcolo, di fatto bisogna verificare quando un dipendente può andare in pensione, oppure la possibilità di prendere un sussidio fondamentale per chi perde il lavoro come la Naspi. Facendo fronte alla lontana legge varata nel 2012, dalla cosiddetta forma Monti-Fornero, è previsto che tale pensionamento sia possibile solo se si raggiunge una soglia minima.

Quindi, facendo riferimento al calcolo dell’assegno, la suddetta riforma prevede che la cifra accreditata mensilmente dall’Inps sia calcolata sulla base dei contributi effettivamente versati da quel dipendente. Un calcolo che viene definito metodo contributivo pro rata. Più recentemente, l’attuale governo ha varato, invece, una riforma parziale delle pensioni, ossia la cosiddetta Quota 100. Ovvero, per farla breve si potrà andare in pensione quando la somma di anni di età e anni di contributi farà 100.

Ma quindi come calcolare praticamente le settimane contributive INPS

Va presto detto che, al momento del pensionamento, l’intera somma versata dal dipendente all’Inps nel periodo della sua vita lavorativa viene tramutata in un assegno mensile, sulla base di un calcolo matematico eseguito apportando un coefficiente dipeso da diversi fattori, tra cui l’età del dipendente e le sue aspettative di vita. Coefficient che verranno adeguati e modificati ogni tre anni, in seguito ai cambiamenti delle aspettative di vita mede.

Detto ciò, per poter calcolare il numero di settimane contributive che sono state pagate prima del 1995 (ovvero la data in cui è stata varata la riforma del metodo di calcolo contributivo) e quante dopo, è importane perché da ciò deriva anche quanto sarà pesante l’assegno pensionistico che verrà riconosciuto dall’Inps. Dunque sarà necessario il calcolo dell’anzianità contributiva, utile a stabilire se si ha diritto ad accedere alla pensione o ad ulteriori provvidenze pubbliche, attraverso l’ammontare delle prestazioni pensionistiche stesse.

Andando a fare un piccolo esempio, oggi per accedere alla pensione di vecchiaia, bisogna considerare che saranno necessari perlomeno 20 anni di contributi ed un’età anagrafica di 67 anni. Facendo riferimento ad altre situazioni sarà necessario, invece, il solo requisito contributivo senza una minima età anagrafica. Come nel caso della pensione anticipata erogabile quando si è maturata una certa anzianità di periodo contributivo, senza tener conto dell’età anagrafica.

La cosiddetta anzianità contributiva viene determinata, dunque, per la generalità dei lavoratori dipendenti in settimane contributive. Ovvero, in un numero di 52 settimane annuali. Ciò sta a voler dire che per ogni anno di lavoro del dipendente e di relativi contributi versati all’Inps, dovranno essere conteggiate 52 settimane contributive. Quindi, qualora occorrano 40 anni di contributi, bisognerà calcolare i 40 anni di contributi per le settimane annuali, ovvero 40×52 settimane. Avremo, quindi un totale di 2080 settimane contributive accreditate presso l’Inps.

Il Naspi e le settimane contributive

Ovviamente, bisogna tener conto che tale calcolo delle settimane contributive sarà necessario anche per verificare altre tipologie di provvidenze INPS. Come ad esempio il Naspi, meglio noto come indennità di disoccupazione. Per poter accedere alla Naspi il lavoratore dovrà accumulare almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Le settimane contributive, peraltro vanno ad incidere anche sul periodo di durata del beneficio. La Naspi è corrisposta dall’Inps al suddetto lavoratore disoccupato previa mensile, per un numero di settimane che deve essere pari alla metà delle stesse settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni.

Davide Scorsese

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Davide Scorsese
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