Ormai, in un paese che caracolla e che annaspa su più piani lavorativi, la pensione è diventata l’unico appiglio sicuro per chi vi è già approdato e quasi una chimera per chi, invece, ancora la vede da lontano. E c’è in tutto ciò chi si interroga su quali garanzie economiche possa dargli una previdenza complementare, quando sarà il sacro fatidico momento pensionistico. Dunque, andiamo a scoprire cosa attende a chi vorrà aderire alla pensione integrativa.
Molti si chiedono se sarà adeguata ad un buon tenore di vita la propria pensione, dopo il calcolo contributivo. Ecco che quindi scatta il dubbio se aderire o meno ad una pensione integrativa. Bisogna sapere (e ricordare per coloro che già sanno) che le pensioni vengono pagate attraverso i contributi dei lavoratori attivi, i quali avranno di conseguenza, la pensione pagata dal versamento dei contributi dei nuovi lavoratori che entreranno nel mondo del lavoro.
Negli ultimi vent’anni (o poco più) il sistema pensionistico è andato gradualmente ad inaridirsi. Il progressivo allungamento delle aspettative di vita, il calo delle nascite, l’allungamento del periodo di pagamento dei trattamenti pensionistici, il rallentamento della crescita economica e le immancabili crisi finanziarie sono tra le ragioni alla base della necessità di passare dal metodo di calcolo retributivo, attraverso il quale la prestazione pensionistica viene calcolata, in base alla media delle ultime annualità moltiplicata per un coefficiente di “proporzionamento” variabile tra il 2% e lo 0,9% annuo, al meno remunerativo metodo di calcolo contributivo.
Un sistema che premia carriere lunghe e durature, con una logica per cui più si versano e più a lungo lo si fa, i contributi, andranno ad impolpare una pensione più consistente.
Il legislatore ha ben pensato, in questa situazione che ha portato ad una riduzione delle prestazioni della pensione pubblica, di accompagnare provvedimenti più rigidi con delle disposizioni per incentivare la soluzione di pensione integrativa. Ponendosi, dunque, l’obiettivo in teoria di incentivare i lavoratori ad optare per l’adesione alla previdenza complementare e quindi tenere, quando si sarà raggiunta la fase di quiescenza, un buon tenore di vita, simile a quello che tenevano in periodo di attività lavorativa, attraverso una rendita pensionistica integrativa.
La tanto ambita e aspirata pensione integrativa la si costruisce, dunque, attuando una sorta di “pensione di scorta”, catalogabile in tre categorie di fondi di pensione:
In pratica, indipendentemente dalla forma di ciascuno di essi, ognuno di questi fondi avrà funzione di “salvadanaio” in cui l’iscritto versa i contributi. Un capitale che, però non rimarrà immobile in attesa dell’età pensionabile, ma potrà essere reinvestito in mercati finanziari. Alla fine, però la posizione conclusiva del sottoscrivente dipenderà quindi da una serie di fattori:
Dunque, questo è quanto c’era da sapere sulle aspettative e le modalità di pensionamento integrativo. Ora, potete pure serenamente tornare al lavoro e, magari decidere di attuare da subito la previdenza complementare.
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