Il fisco utilizza il “redditometro” come strumento per determinare il presunto reddito del contribuente. Ma in base a cosa? Alle spese effettuate nell’anno di imposta, la cui entità deve essere compatibile con il reddito conseguito dal contribuente. Nel caso in cui il fisco riscontri che la differenza tra il reddito dichiarato e quello accertato superi il 20%, fa scattare l’accertamento.
Originariamente, il redditometro prevedeva l’applicazione di un metodo induttivo che consentiva di individuare un centinaio di voci di spesa utili, al fine di definire il reddito del contribuente soggetto ad imposta. Attualmente, invece, si attua una procedura che punta ad una ricostruzione sintetica del reddito tenendo conto, per ogni anno di imposta, l’aumento del patrimonio, il risparmio e le spese oggettive.
Tuttavia, il contribuente conserva la possibilità di entrare in un contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate, per dimostrare l’assenza o la diversa qualificazione degli elementi presi in considerazione dal fisco.
L’attività di controllo preliminare all’accertamento da redditometro da parte del fisco è composta da due fasi:
Le spese utili alla ricostruzione del reddito sono suddivise in quattro categorie:
Da sottolineare che, attualmente non sono prese in considerazione per l’attività di controllo, per la selezione del contribuente, per l’istruzione dell’accertamento, le spese medie ISTAT (consumi, abbigliamento, alimentari, ecc.).
Il redditometro punta a ricostruire il reddito della persona fisica, tenendo conto della spesa media sostenuta dal nucleo familiare cui il contribuente appartiene (escluse le spese sostenute nell’esercizio dell’attività di impresa o nel’esercizio di arti e professioni). Il contribuente accertato ha la possibilità di dimostrare che le spese o una parte di esse, sono state sostenute da un familiare che ha un proprio reddito. In ogni caso, toccherà ai giudici decidere se il redditometro è stato utilizzato alla stregua di presunzione semplice o di presunzione legale.
Come già accennato poc’anzi, l’accertamento da parte del fisco scatta quando la differenza tra il reddito dichiarato e quello accertato è superiore al 20%. Premesso che, l’accertamento scatta dopo l’invio di un questionario al quale il contribuente deve rispondere), la percentuale di tolleranza è stata aumentata al 33%, a favore dei lavoratori autonomi o titolari di ditte individuali che risultino coerenti e congrui agli studi di settore.
L’accertamento da redditometro prevede un doppio contraddittorio. Convocato dall’Agenzia delle Entrate per un confronto, il contribuente potrà illustrare quali elementi di spesa ritiene utili per una precisa ricostruzione del proprio reddito. Il primo contraddittorio redatto da un verbale sottoscritto da ambo le parti verrà valutato dall’Ufficio per un eventuale archiviazione del procedimento o per l’emissione dell’avviso di accertamento, contro il quale è prevista una procedura di difesa, attraverso l’acquiescenza, l’adesione, la mediazione o il ricorso.
L’avvio dell’attività di controllo prevede due fasi:
Il contribuente è tenuto a presentarsi di persona o tramite il rappresentato abilitato. Nel contraddittorio il contribuente collabora all’analisi delle spese sostenute, fornendo le indicazioni utili a dimostrare la coerenza e la legittimità del proprio comportamento. Nel caso in cui le dimostrazioni non sono ritenute soddisfacenti, pertanto rimane lo scostamento percentuale oltre la soglia consentita riscontrato dal fisco, oltre le franchigie sopra indicate, l’Agenzia delle Entrate emette l’avviso di accertamento. A quel punto, il contribuente può utilizzare gli strumenti a sua difesa in ambito tributario (autotutela, accertamento con adesione, mediazione, ricorso).
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile (salvo aggiornamenti in corso) il redditest. Si tratta di un software che il contribuente può utilizzare per valutare la coerenza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute per la ricostruzione del reddito individuale. Tuttavia, il risultato del redditest è puramente indicativo, in quanto potrebbe non corrispondere all’esito dell’accertamento da redditometro. Tanto meno, questo strumento può essere utilizzato dal contribuente come prova a favore, in ambito di contraddittorio dovuto in seguito all’accertamento.
Disponibile il software per l'adesione al concordato preventivo biennale. Tutte le novità 2025-2026 per i…
Bonus Assunzioni 2025 per permettere alle imprese di trovare la giusta soluzione per assumere personale…
Il decreto bollette è stato convertito in legge, ecco tutte le novità rilevanti per i…
E' online la dichiarazione dei redditi precompilata 2025. I contribuenti possono accedere e verificare la…
Artigiani e commercianti arriva la riduzione contributiva per chi avvia un'attività autonoma. Ecco tutti i…
L'Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni operative per la revoca e l'adesione al concordato preventivo…