Il riscatto della laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del corso di studi. Alcuni piccoli consigli utili.
Il riscatto del corso di laurea è la possibilità di andare in pensione in anticipo, riconoscendo gli anni dell’intero corso. In altre parole, è la possibilità di convertire, a pagamento, gli anni di studio universitario, in anni validi ai fini della pensione di vecchiaia. Il riscatto è valido a condizione che il contribuente abbia conseguito il titolo. La facoltà è esercitabile anche da chi è inoccupato che, al momento della domanda, non risultino essere iscritti a nessuna forma obbligatoria di prevenzione. Ma anche che l’interessato non abbia intrapreso un’attività lavorativa va in Italia e nemmeno all’estero.
Possono riscattare il corso di laurea tutti coloro che hanno conseguito un titolo così:
Anche i diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta formazione Artistica e musicale sono riconosciuti. Ma devono dare luogo ad uno dei seguenti titoli:
Il riscatto è sempre a titolo oneroso. La domanda si presenta all’INPS, istituto nazionale di previdenza sociale, nella sezione specifica. E’ onere dell’Ente verificare ed accettare la richiesta. Il sito INPS consente di poter inoltrare la richiesta anche in via telematica, nei servizi online. Tuttavia, esiste un numero verde 803164 per poter parlare con un operatore del Contact Center. Grazie a questo si possono fare le domande e prende tutte le informazioni necessari all’operazione e non solo.
Non possono essere riscatti ai fini della laurea i periodi che non danno:
Il riscatto può riguardare l’intero periodo o singoli periodi. Non è possibile chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto di laurea legittimamente accreditata a seguito del pagamento del relativo onere. Non si può richiedere il riscatto nemmeno di titoli conseguiti all’estero che però non sono riconosciuti in Italia.
Il riscatto della laurea è a pagamento. Viene disciplinato con le norme in merito alla liquidazione della pensione con il metodo contributivo o con quello retributivo, tenuto conto della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto. Per i periodi da riscattare con il metodo retributivo l’importo della somma da versare è determinata con i criteri previsti dall’articolo 13 della legge 12 agosto 1962, n. 1338 (riserva matematica); l’onere varia in rapporto a fattori quali l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Il costo dell’operazione si identifica con il capitale di copertura corrispondente alla quota di pensione che a seguito del riscatto risulta conseguito dal contribuente. Nel metodo contributivo la retribuzione cui va applicata la quota contributiva è quella assoggettata a contribuzione nei 12 mesi meno remoti rispetti alla data della domanda ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto.
Non è possibile rispondere in maniera univoca a questa domanda. Questo perché occorre valutare ogni singola condizione di ogni singolo lavoratore e contribuente. Inoltre, molto dipende dal periodo contributivo o dalla legge in corso al momento del riscatto. In generale si può dire che recuperare la contribuzione degli anni di laurea potrebbe essere conveniente soprattutto per chi non ha retribuzioni elevate. Mentre, spesso non conviene per chi non ha continuità della vita lavorativa e a quanti anni ha iniziato a lavorare. Se consideriamo l’impatto sull’anticipo dei tempi di maturazione della pensione, la convenienza è possibile per chi ha iniziato a lavorare molto presto. Pertanto, fare sempre e bene i calcoli primi di presentare la domanda di riscatto.
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