Chi non trova lavoro come dipendente spesso opta per l’apertura di una partita Iva mettendosi così in proprio come lavoratore autonomo oppure come libero professionista iscritto all’albo. Ma detto questo, la scelta di aprire una partita Iva è sempre compatibile con il mantenimento dello status di disoccupato? Oppure ci sono delle condizioni da rispettare?
Per la risposta in merito occorre prendere come riferimento in Italia la normativa che è legata, proprio in materia di disoccupazione, al decreto attuativo del Jobs Act. Nel dettaglio, il Jobs Act fissa non uno ma più status in corrispondenza dei quali si può trovare una persona disoccupata. Ovverosia, un lavoratore senza lavoro si trova nello stato di disoccupazione proprio perché è privo d’impiego. Ma può essere pure un lavoratore che è in uno stato di non occupazione, oppure in uno stato di disoccupazione parziale.
Il lavoratore autonomo o il professionista in possesso di partita Iva può avere status da disoccupato, ed in particolare rientra nello stato di non occupazione ma a patto che il suo reddito annuo, legato all’attività svolta, non superi la soglia dei 4.800 euro.
Quindi, chi ha la partita Iva, nel rispetto di opportune condizioni, può essere considerato a tutti gli effetti un disoccupato, ma è comunque escluso da alcune indennità. Tra queste l’indennità di disoccupazione che è dedicata e destinata ai collaboratori che, nel rispetto degli altri requisiti di accesso alla misura, non possono essere titolari di partita Iva anche se questa risulta essere silente. Il collaboratore che ha presentato la richiesta di indennità di disoccupazione Dis-coll, e che inizia a percepirla, può poi in ogni caso aprire una partita Iva in qualità di ditta individuale o di lavoratore autonomo.
Pur tuttavia, per non perdere la Dis-coll vale sempre il rispetto di un reddito annuo non superiore a 4.800 euro, così come, tramite comunicazione, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS) dovrà essere a conoscenza dell’attività e del reddito annuo presunto entro un termine massimo di 30 giorni dall’apertura della partita Iva.
In più, chi ha partita Iva può avere considerato disoccupato pure quando il lavoratore si trova nello stato di cittadino privo d’impiego. In tal caso, la partita Iva aperta non fa infatti decadere lo status di disoccupato, ma questa, così come è stato chiarito dal ministero del Lavoro, deve essere non movimentata da almeno 12 mesi a partire dalla data in corrispondenza della quale è stata presentata la Did, ovverosia la dichiarazione d’immediata disponibilità.
Muniti di codice PIN che è stato rilasciato dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS), oppure con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), con la CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o con la CIE (Carta d’Identità Elettronica), la Did – dichiarazione d’immediata disponibilità si può presentare anche comodamente online. E precisamente dall’area MyANPAL del sito Internet dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro.
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