Oggi ci addentreremo in questo periglioso e articolato mondo della Partita IVA e del lavoro individuale, specialmente nel 2021, tra montagne russe di crisi economiche e sociali. Scopriremo assieme come chiudere una ditta individuale e quanto costa poterlo fare.
Partiamo subito col dire che fare impresa in Italia diventa sempre più difficile, potremmo dire che è diventato un’ impresa. Soprattutto nel 2021 dopo la Legge di Bilancio e il Decreto Fiscale.
Non a caso, molti professionisti decidono di cessare la loro attività e chiudere la Partita IVA.
Per una questione di comodità di tasse, contributi e conguagli, una ditta individuale preferisce chiudere la propria Partita IVA al termine dell’anno. Più specificamente, indipendentemente dal periodo, deve essere chiusa entro 30 giorni dalla cessazione della propria attività. La stessa procedura avviene anche nel caso si effettui una variazione di proprietà o ragione sociale, altra praticamente molto richiesta di recente.
La procedura per chiudere una ditta individuale cambia a seconda delle categorie professionali in questione e quindi dei moduli utilizzati. Ovvero il Modulo AA9/12 per persone fisiche, ditte individuali, artigiani, autonomi, professionisti, artisti ed il Modulo AA7/10 per società, s.r.l., s.p.a., s.a.s., associazioni.
Dunque, per poter avviare la chiusura di Partita IVA, che sia destinata essa a persone fisiche, società o associazioni, entrambi i moduli vanno consegnati entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività in 3 modalità, ovvero le seguenti:
C’è un’ulteriore sottolineatura da fare nella compilazione del modulo, ovvero il codice ATECO della propria attività. Tali dichiarazioni verranno ritenute consegnate direttamente nel giorno in cui risulteranno spedite. In seguito, si comunicherà la chiusura della Partita IVA alla Camera di Commercio, attraverso differenti modalità a seguito della ragione sociale:
In ultimo, ma non affatto ultimo, andiamo a vedere quali possono essere i costi di una chiusura della propria ditta individuale.
Sostanzialmente possiamo dire che la chiusura di una Partita IVA non comporta costi aggiuntivi rispetto a quelli regolarmente sostenuti per la propria attività professionale. Mentre per le attività iscritte al Registro delle Imprese, sarà necessario sostenere le spese per la cancellazione:
Dunque, i professionisti che saranno tenuti ad affrontare queste spese per la chiusura della “propria baracca”, saranno i consorzi, le società, gli imprenditori commerciali, gli enti pubblici alla fine dell’attività commerciale e società estere con sede legale in Italia.
Ci saranno in tutto questo marasma, invece, soggetti esentati dalle spese di cui sopra. Ovvero si tratta di coloro, possessori di partita IVA, non obbligati all’iscrizione, come liberi professionisti, venditori porta a porta, collaboratori coordinati, imprese agricole con basso fatturato e enti non commerciali, od anche le società di mutuo soccorso.
Va, inoltre precisato che da Decreto legge fiscale del 2017, sono avviate le procedure per la chiusura d’ufficio delle partite IVA inattive da un tempo di 3 anni.
Dunque, questo è quanto vi era da sapere in merito alla chiusura di una partita IVA per la propria ditta individuale, nel novero di questo 2021.
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