La normativa e-commerce permette di aprire in sicurezza il proprio negozio. Di seguito una piccola guida che può essere di aiuto.
Aprire uno store online prevede il rispetto di alcune regole, come qualsiasi altra attività imprenditoriale. Ma possiamo sicuramente affermare che il negozio tradizionale ha un luogo fisico ben definito, mentre il negozio online può essere ovunque, senza alcuna collocazione fisica. Quindi una volta stabilita l’idea imprenditoria che si vuole portare avanti, occorrono dei passi anche burocratici. Come qualsiasi altro avvio di un’attività occorre l’iscrizione alla Gestione Commercianti Inps. E di conseguenza l’apertura della partita IVA. Questo è il caso in cui si considera la nuova apertura l’attività principale che produrrà la formazione del reddito. Se invece, l’idea è quella di un “secondo lavoro” si potrebbe pensare diversamente. Pertanto, sono esonerati da questo obbligo chi svolge l’attività in maniera occasionale. Ma in questo modo i ricavi non possono superare i 5000 euro di guadagno. Quindi attenzione a quanto tempo e lavoro si vuole dedicare al nuovo progetto.
La normativa italiana sull’e-commerce deriva da un recepimento di direttive europee. La prima definizione di commercio online arriva nel 1997. Attraverso la Comunicazione della Commissione europea n. 157 del 1997 così definire l’e-commerce: lo svolgimento di attività commerciali e di transizioni tra via elettronica e comprende attività quali:
A dare attuazione agli obiettivi della Comunicazione della Commissione europea n. 157 del 1997, nel 2000 è stata emanata la Direttiva 2000/31/CE nota come la “Direttiva sul commercio elettronico”. In Italia per dare attuazione alla direttiva europea è stato introdotto il D. Lgs. 70/2003.
La risposta è semplice non c’è una forma giuridica univoca ed uguale per tutti. Infatti, il negozio online può essere aperto dalle seguenti forme di imprese:
Accanto a queste figure tradizionali ci sono anche le start up innovative. Si tratta di una particolare forma di società di capitali prevista dal nostro ordinamento. Questo tipo di imprese puntano all’impiego di nuove leve dal punto di vista lavorativo, ma che hanno l’obiettivo del progresso tecnologico. Se l’idea imprenditoriale ha entrambe le caratteristiche può fare richiesta preso la Camera di commercio ed essere iscritte. Si può accedere così ad un mondo di agevolazioni e fondi a disposizione.
Altra burocrazia da sbrigare prevede l’iscrizione nel Registro delle imprese presso la Camera di commercio. A questo proposito è possibile anche eseguire la Comunicazione unica di inizio attività. E’ un modello che serve a presentare l’iscrizione e la cancellazione dell’impresa, la modifica e la cessione delle attività. E tale comunicazione assolve gli adempimenti previsti per l’Agenzia delle Entrale, l’INPS, l’INAIL ed il Registro delle imprese.
In particolare all’Agenzia delle entrate va comunicato l’indirizzo web del sito e-commerce, un numero di telefono, il fax, i dati del titolare ed i dati dell’Internet Provider. Inoltre, per poter commercializzare all’interno dell’Unione Europea è obbligatoria l’iscrizione Vat Information Exchange System (VIES). Si tratta di un motore di ricerca per verificare le partite IVA valide all’interno dell’Unione Europea. Come in un qualsiasi negozio tutte le vendite e i relativi guadagni vanno inseriti nel Registro dei corrispettivi.
Il settore alimentare prevede che siano ottenuti dei titoli professionali specifici. Il diploma di scuola superiore o laurea a indirizzo professionale con specializzazione nel settore del commercio, preparazione e somministrazione di cibi. Il Certificato/attestato di frequenza e superamento di un corso o l’esercizio in proprio di almeno due anni di un’attività di impresa nel settore della somministrazione di alimenti e bevande o nel settore alimentare in genere.
Inoltre ogni bene venduto online deve avere le indicazioni sulle “proprietà speciali” caratterizzanti ciascun bene e la provenienza dei prodotti utilizzati. Sul fronte deve essere esposta l’etichetta che deve riportare tutti i dati richiesti dalla legge. Tra questi è obbligatorio indicare: il nome del prodotto, l’elenco degli ingredienti, le sostanze che possono produrre allergie, gli oli usati, la scadenza ed il tipo di smaltimento del confezionamento.
Anche per l’acquisto tramite il web vigono sia il principio del diritto al recesso che la vendita onesta. Infatti il consumatore può, entro 14 giorni di tempo, esercitare il diritto di restituire la merce qualora non sia conforme. A questo è meglio scrivere sul proprio sito anche tutte le regole per la restituzione del prodotto. Ma anche per la restituzione delle somme pagate dal compratore. Quindi deve essere chiare tutte le condizioni generali di vendita. A differenza di un negozio tradizionale, in quello online devono essere accettati tutti gli obblighi informativi che regolano la gestione delle informazioni e i dati raccolti sul cliente. Infatti nel sito occorre specificare:
Il settore dell’e-commerce è tutt’ora in continua evoluzione. Nulla vieta che ci possano essere una serie di modifiche alla normativa. Pertanto il consiglio finale è quello di farsi seguire da uno specialista. Quindi affidarsi a qualcuno come un commercialista esperto di commercio online.
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