Lavoratori autonomi e liberi professionisti a confronto: quali differenze?

I liberi professionisti e i lavoratori autonomi hanno importanti punti in comune. Entrambe le figure, quasi sempre emettono fattura e sono soggette all’IVA, così come sono tenuti al pagamento dei contributi previdenziali. Inoltre, svolgono la loro attività senza alcun vincolo di subordinazione nei confronti di un altro soggetto e con una scelta libera di organizzazione e strategia di lavoro.

Rispetto ad una ditta individuale o ad un’impresa, il loro lavoro consiste nell’offerta di servizi e non di beni. Nonostante ciò, esistono delle differenze tra i due termini, scopriamo quali.

Lavoratore autonomo e libero professionista: cambia il concetto

Concettualmente, i due termini sono ben distinti. I lavoratori autonomi svolgono un’attività lavorativa indipendente manuale, in assenza di subordinazione e dove il capitale prevale sul fattore individuale. Idraulici, estetisti, elettricisti, meccanici ma anche artisti, sono esempi di figure che rappresentano la predetta categoria.

I liberi professionisti si caratterizzano per la prestazione di un servizio di natura intellettuale, professionale e di alta competenza dovuta, solitamente, anche a un percorso importante di studi. Inoltre, sono iscritti a un ordine di categoria o a un albo professionale. Ne fanno parte, tra gli altri, i medici, gli avvocati, i commercialisti, gli ingegneri, i giornalisti.

E’ bene sottolineare che la differenza tra queste due categorie di lavoratori può essere molto sottile se, si pensa ad esempio, che il libero professionista è considerato comunque un lavoratore autonomo.

Fatturazione e fiscalità

Lavoratori autonomi e liberi professionisti, in linea di massima sono tenuti all’apertura di una partita IVA. Ambo le categorie devono registrarsi ad un ente previdenziale per il versamento dei contributi, obbligatori per esercitare una professione.

I primi privi di cassa previdenziale devono iscriversi alla Gestione Separata e possono imporre una rivalsa del 4% in fattura. I liberi professionisti, invece, devono iscriversi alla cassa di competenza e possono applicare in fattura, una rivalsa con aliquota variabile, diversa a seconda dal tipo di professione svolta e calcolata come percentuale dell’imponibile.

Per i liberi professionisti, la contabilità è regolata dal principio di cassa. Pertanto, le fatture rilevanti o spese deducibili vengono considerate ai fini IVA in base alla data dell’avvenuto pagamento.

Sia i lavoratori che i liberi professionisti possono effettuare la fatturazione con una ritenuta d’acconto del 20% dell’imponibile, senza calcolare le spese anticipate o l’IVA, quando il destinatario è titolare di partita IVA.

E’ altrettanto vero, che alcuni professionisti non sono iscritti a un ordine, ci si riferisce a quelli che operano nel web ma anche ad altre figure. Essi svolgono professioni non regolamentate e non tutelate dal nostro ordinamento. Per fare degli esempi, rientrano tra le professioni non ordinistiche: gli amministratori di condominio, i geofisici, i fotografi professionisti, i podologi, consulenti di investimento o aziendali, pubblicitari, grafici, guide turistiche, ma la lista è decisamente più lunga.

Liberi professionisti e lavoratori autonomi senza partita IVA

I liberi professionisti possono anche non operare con la partita IVA, senza l’obbligo di iscriversi alla Gestione Separata INPS. E’ il caso di chi presta servizi in modo occasionale, quindi sporadico. In tal caso, al posto della fattura emettono una ricevuta per prestazione occasionale con ritenuta d’acconto del 20%.

Per essere definiti tali, questi liberi professionisti non possono collaborare per più di trenta giorni con lo stesso committente nel corso di un anno, con un compenso elargito dallo stesso cliente che non può superare i 5.000 euro annui. Per approfondire l’argomento: Liberi professionisti senza partita IVA: chi sono e cosa fanno

Anche i lavoratori autonomi possono svolgere la propria attività senza obbligo di aprire partita IVA e di versamento dei contributi, si tratta degli occasionali. Ci si riferisce a chi lavora saltuariamente, ossia in modo non continuativo. Non potendo emettere fattura, il soggetto in questione ricorre al rilascio di una ricevuta. Per approfondire l’argomento: Chi sono i lavoratori autonomi senza Partita Iva

Carmine Orlando

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