Aprire una partita Iva significa agli occhi del Fisco avviare un’attività professionale, imprenditoriale o di lavoro autonomo. Al pari del codice fiscale per un privato, la partita Iva è una sequenza di 11 cifre che identifica univocamente un soggetto che esercita una determinata attività. Ma detto questo, cosa accade quando e se il titolare di una partita Iva vuole apportare delle variazioni? Per esempio, c’è la possibilità per un lavoratore autonomo, per un piccolo imprenditore o per un libero professionista di poter cambiare il proprio numero di partita Iva?
Nel dettaglio, sull’eventuale scelta, da parte di un titolare di partita Iva, di cambiarla, la legge e quindi la normativa vigente parla molto chiaro. La partita Iva da parte del contribuente non può essere cambiata in quanto, come sopra accennato, va a definire e a identificare in maniera univoca la propria attività.
Pur tuttavia per la partita Iva, anche se non si può cambiare, la legge ammette la variazione dei codici che sono collegati alla propria attività. In questo modo il titolare di partita Iva potrà cambiare o aggiungere nuovi settori di attività che prima al Fisco non sono stati indicati.
Ed allora, per quanto detto, non c’è alcuna soluzione per il cambio di partita Iva? Al riguardo c’è da dire che l’unica possibilità a disposizione del contribuente è quella di chiudere la partita Iva e di aprirne una nuova. Solo in tal caso, senza infrangere la legge, l’Agenzia delle Entrate fornirà infatti una diversa sequenza di 11 cifre che andrà a identificare la nuova partita Iva.
Per cambiare la partita Iva, chiudendo la vecchia ed aprendone una nuova, per esempio perché gli affari sono andati davvero male, il contribuente deve comunicare al Fisco la cessazione dell’attività attraverso il modello AA9/12 entro un termine massimo di 30 giorni. Così come è sempre il modello AA9/12 quello da utilizzare per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’inizio di una nuova attività con la conseguente attribuzione di un nuovo numero di partita Iva.
La chiusura della partita Iva, comunicando all’Agenzia delle Entrate la cessazione dell’attività tramite il modello AA9/12, può essere effettuata in proprio, attraverso i canali telematici del Fisco, oppure avvalendosi della consulenza e dell’assistenza da parte di un intermediario abilitato, per esempio da parte del proprio commercialista di fiducia.
La chiusura della partita Iva, da parte dell’Agenzia delle Entrate, può peraltro avvenire in certi casi pure in maniera forzosa. E questo può accadere, in particolare, quando la partita Iva che è stata aperta dal contribuente risulta essere dormiente o silente. Per la precisione quando alla partita Iva non è associata alcuna movimentazione per un periodo che è pari ad almeno 3 anni di imposta. In tal caso il contribuente, che in ogni caso potrà presentare reclamo facendo valere le proprie ragioni, riceverà dall’Agenzia delle Entrate l’apposita comunicazione di chiusura d’ufficio della partita Iva.
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