Solitamente, il titolare di partita IVA che decide di chiuderla si affida a una figura professionale, il commercialista. Ma nel caso si voglia evitare di ricorrervi e procedere alla chiusura della propria partita IVA da soli, come fare?
In questo articolo spiegheremo l’iter da seguire per chiudere autonomamente la partita IVA e quando l’Agenzia delle Entrate interviene per effettuare la chiusura d’ufficio.
Il primo passo da compiere per chiudere la propria partita IVA consiste nello scaricare sul sito web dell’Agenzia delle Entrate il modello AA9/12 (per le persone fisiche) o il modello AA7/10 per soggetti diversi dalla persona fisica. A questo punto, si procede alla sua compilazione e, una volta terminata, all’invio all’Agenzia.
L’inoltro dell’apposito modulo compilato all’Agenzia delle Entrate deve avvenire entro trenta giorni dalla data di cessazione dell’attività. Nel caso di partita IVA inattiva da almeno tre anni, il Fisco provvederà alla sua chiusura d’ufficio.
La chiusura d’ufficio della partita IVA è una misura introdotta dal Decreto Legge n. 93/2016 al fine di semplificare gli obblighi riguardanti professionisti e imprese. Inoltre, ha lo scopo di abolire le sanzioni per mancata comunicazione da parte dei possessori.
Come già anticipato, ci sono due modelli da poter scaricare dal sito dall’Agenzia delle Entrate ma anche da quello del Ministero dell’Economia e delle Finanze e da utilizzare, nel nostro caso, per richiedere la chiusura della propria partita IVA, comunicazione da inviare telematicamente entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività.
Le imprese individuali e i lavoratori autonomi (artigiani, artisti, professionisti) devono scaricare, compilare e inviare il modulo AA9/12 all’Agenzia delle Entrate per richiedere la chiusura della partita IVA.
I soggetti diversi dalle persone fisiche, ossia enti, società e associazioni, allo stesso modo devono utilizzare il modulo AA7/10.
I suddetti modelli sono anche usati per le dichiarazioni di inizio attività e variazione dati della stessa, anch’essi da compilare seguendo le istruzioni e inviare all’Agenzia delle Entrate.
Entrambi i moduli devono essere compilato a macchina oppure in stampatello. Nella parte superiore di ogni pagina che costituisce la dichiarazione, il titolare di partita IVA deve indicare il codice fiscale. Le date vanno indicate in forma numerica, gli indirizzi nel modo più completo possibile. Inoltre, ricorre l’obbligo di indicare il numero di partita IVA e la data di cessazione.
E’ da sottolineare che la data di cessazione attività non può essere successiva alla data di presentazione del modulo.
Per chiudere la partita IVA con il modello AA7/10 o il modello AA9/12, la presentazione deve avvenire nelle seguenti modalità:
Per i contribuenti obbligati all’iscrizione al Registro delle imprese:
Per i contribuenti non obbligati all’iscrizione al Registro delle imprese:
Tornando alla chiusura d’ufficio della partita IVA operata dall’Agenzia dell’Entrate, a causa di mancata operatività da almeno tre anni, essa avviene a seguito di un controllo effettuato in base ai dati presenti nell’Anagrafe Tributaria. La comunicazione relativa sarà inviata al contribuente non ha presentato la dichiarazione dei redditi o quella IVA.
Prima di chiudere la partita IVA con procedura d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate, questa lo comunicherà al suo possessore tramite raccomandata. Al titolare della partita IVA inattiva sono concessi 60 giorni di tempo a partire dalla data di ricezione della comunicazione, per spiegare i motivi della mancata operatività IVA.
Dopodiché, sarà compito degli uffici dell’Agenzia valutare la sospensione della chiusura d’ufficio o il rigetto dell’istanza presentata dal contribuente mirata alla conservazione della partita IVA.
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