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Contratto di lavoro, cosa fare prima di firmarlo?

Il contratto di lavoro presuppone un accordo tra due parti, in cui il lavoratore s’impegna a fornire la prestazione pattuita e il datore di lavoro a versare in cambio la retribuzione concordata. Prima di firmarlo è fondamentale conoscerne il contenuto.

Cosa fare prima di firmare un contratto di lavoro

Quando si riceve una proposta di lavoro è molto importante controllare determinate informazioni contenute nel contratto di lavoro prima di apporvi la propria firma. A seconda della tipologia, vanno indicate le ferie, i riposi settimanali, i permessi, l’orario e la sede di lavoro, i congedi parentali, eventuali incentivi o benefit. In questo articolo ci soffermiamo sul lavoro dipendente.

La verifica è indispensabile per i seguenti elementi: la categoria e il livello, la retribuzione, la mansione assegnata, l’eventuale data di scadenza, la durata dell’eventuale periodo di prova, le clausole accessorie (clausola di riservatezza, patto di non concorrenza, patto di stabilità).

Solitamente, il contratto è anticipato da una lettera d’assunzione in cui sono già indicati gli elementi che rappresentano l’accordo tra le parti. Quindi, tale contenuto deve essere riportato anche nel contratto di lavoro.

Per approfondire l’argomento, puoi leggere anche: Assunzione senza firma del contratto, è possibile?

La categoria e il livello

Il datore di lavoro indica nel contratto la categoria in cui viene inquadrato il lavoratore dipendente: operaio, impiegato, quadro, dirigente. Inoltre, il livello che cambia a seconda del grado di autonomia e alla mansione che deve svolgere il lavoratore. L’indicazione è rappresentata da un numero o da una lettera, o ancora dalla loro combinazione. Entrambe devono essere conosciute dal dipendente al fine di verificare l’entità di altri elementi, come la retribuzione, il preavviso nelle dimissioni, etc.

La retribuzione

Nel contratto di lavoro viene indicata la retribuzione lorda, ossia quella comprensiva di tasse e contributi dovuti dal lavoratore mensilmente, e quante mensilità deve pagare il datore di lavoro che sono corrispondenti al numero previsto dal CCNL.

Un aspetto ancora più importante è dato dalla retribuzione minima indicata in base al livello di inquadramento. Possono essere presenti anche altre forme di retribuzione, come un’indennità correlata all’attività del lavoratore oppure una somma aggiuntiva a titolo di superminimo individuale o collettivo. La presenza di alcune clausole accessorie deve portare il dipendente a verificare gli importi eventualmente negoziati.

La mansione

La mansione è rappresentata da tutte le attività che il lavoratore deve svolgere e per le quali è stato assunto. La sua descrizione, soprattutto in caso di un patto di prova, è importante che sia dettagliata e completa. Insieme ad altri elementi, la mansione determina il livello da cui deriva la retribuzione.

In modo particolare nel contratto di apprendistato, la mansione è indispensabile per verificarne la legittimità rispetto a pregressi rapporti del lavoratore.

L’eventuale data di scadenza del contratto

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato non ha una data di scadenza, ma solo d’inizio. Nel caso di assunzione del dipendente a tempo determinato, essa viene indicata per definire la durata del rapporto.

E’ fondamentale verificare la data di scadenza, in quanto se il contratto a tempo determinato supera i 12 mesi, ricorre l’obbligo per il datore di lavoro di indicare la causale per cui si è instaturato un rapporto di lavoro a termine.

La durata del periodo di prova

Il periodo di prova non è sempre contemplato in un contratto di lavoro, nel caso non venga indicato, il lavoratore può dirsi assunto sin dal primo giorno di lavoro.

Invece, se il periodo di prova è indicato nel contratto, è necessario controllarne la durata. Ogni livello di inquadramento prevede una durata massima. Qualora venisse riscontrato un errore, ossia la durata massima sia superiore rispetto a quanto previsto dalle disposizioni del CCNL, a scadenza del periodo di prova il dipendente può considerarsi confermato.

A questo punto, il lavoratore perde il diritto di recesso senza alcun preavviso previsto dal periodo di prova che, invece, resta nella facoltà del datore di lavoro.

Le clausole accessorie

Nel contratto di lavoro, le parti possono inserire di comune accordo delle clausole accessorie ed è necessario verificarne la validità. Scopriamo quali sono:

  • La clausola di riservatezza vieta al dipendente la divulgazione di informazioni o segreti riguardanti l’azienda e il suo business;
  • Il patto di non concorrenza prevede che, dopo la cessazione del rapporto di lavoro, il lavoratore non passi alle dipendenze di aziende concorrenti, né svolgendo la stessa mansione né una qualsiasi altra. La durata massima di questa clausola non può essere superiore a 3 anni (5 anni per i dirigenti) e deve prevedere un ottimo compenso per il lavoratore. E’ importante verificare che l’ampiezza dell’oggetto dell’accordo e del luogo non sia troppo estesa.
  • Il patto di stabilità impegna il dipendente, in caso di dimissioni, a dare un preavviso più ampio o a pagare delle penali qualora sia stata concordata una permanenza in azienda per un minimo di tempo.Tale impegno può riguardare entrambe le parti, o solo il lavoratore a condizione che gli venga riconosciuto un congruo corrispettivo economico, visto l’impegno unilaterale. In alternativa al denaro, il corrispettivo può consistere anche in corsi erogati di pari, ma che non siano obbligatori.
Carmine Orlando

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