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Quando è inefficace la cessione del credito da bonus fiscali?

La cessione del credito da bonus fiscali rappresenta una scelta che molti cittadini in Italia fanno al fine di beneficiare delle agevolazioni che sono previste per i lavori edilizi e non solo. Per esempio, attualmente ci sono i bonus fiscali per i lavori di recupero del patrimonio edilizio e per gli interventi che sono finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica con l’ecobonus e con il più recente superbonus 110%.

Così come c’è pure il cosiddetto sismabonus, il bonus facciate e gli sconti di imposta che sono previsti pure per l’installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici e per l’installazione di impianti solari fotovoltaici. Per questi bonus fiscali il contribuente può optare per la detrazione in sede di dichiarazione dei redditi, oppure cedere il credito e, almeno sulla carta, sfruttare il bonus subito senza attendere cinque anni così come è previsto, per esempio, per il superbonus 110%. Pur tuttavia, quando è inefficace la cessione del credito? O quando comunque a conti fatti non conviene?

Cessione del credito da bonus fiscali, ecco gli aspetti da valutare con attenzione

La domanda è d’obbligo in quanto sulla cessione del credito bisogna fare attenzione a tutti i costi ed alle spese che sono connesse all’operazione. Per il credito fiscale legato ai bonus di Stato, infatti, si parla di cessione del credito al miglior offerente, ovverosia alla banca che offra per la cessione un credito reale quanto più possibile vicino a quello nominale. Sul credito che si vuole cedere, infatti, l’istituto di credito applicherà sempre una percentuale di sconto, e nella maggioranza dei casi applicherà pure delle spese sia per l’istruttoria, sia per la gestione della pratica.

Di conseguenza, prima di valutare la cessione del credito è bene farsi quattro conti andando peraltro a valutare ed a stimare la capienza fiscale che è attesa per i prossimi anni. E questo perché, avendo capienza fiscale, il credito fiscale spalmato su più anni si recupera tutto pagando meno tasse, mentre con la cessione a terzi, ovverosia ad una banca, l’istituto di credito potrebbe anche consigliare, se non imporre, pure l’apertura di un conto corrente connesso e dedicato all’operazione.

Come evitare che la cessione del credito fiscale sia poco vantaggiosa

Per evitare che la cessione del credito fiscale sia inefficace, o che comunque sia a conti fatti poco vantaggiosa, si può optare per la cessione parziale. In questo modo una quota del bonus fiscale si incasserà subito, e la rimanenza si potrà andare anno dopo anno a scalare dalle tasse da pagare in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Se tra lo sconto applicato dalla banca, ed i costi di istruttoria e di gestione della pratica, la cessione del credito è davvero poco vantaggiosa, allora in alternativa si potrebbe optare per l’accesso ad un finanziamento che, considerando che attualmente i tassi di interesse sono bassi, potrebbe paradossalmente rivelarsi più vantaggioso. In questo modo, ripartito in 5 anni a patto di avere capienza fiscale, il credito di imposta anziché cederlo potrà essere pienamente scontato in dichiarazione dei redditi. E nel frattempo, grazie al finanziamento, il contribuente avrà la liquidità necessaria per coprire il costo dei lavori.

Filadelfo Scamporrino

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Filadelfo Scamporrino

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