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Variazione Partita Iva: cosa può fare il contribuente

La domanda a cui vogliamo rispondere oggi, è la seguente: “Come si varia una partita IVA?” Prima di rispondere, può tornare utile fare qualche premessa.

La partita IVA è un codice composto da undici cifre che identifica la persona fisica o giuridica titolare di un’attività economica autonoma. Attraverso la partita IVA è possibile dichiarare i propri redditi e incassi, versare le tasse e i contributi previdenziali.

Chi è obbligato ad aprire una partita IVA

Tutti i soggetti che svolgono autonomamente un’attività economica abituale e continuativa nel territorio italiano sono tenuti all’apertura di una partita IVA. Pensiamo ai liberi professionisti che cedono i propri servizi a favore di un cliente, alle attività commerciali che vendono beni, alle imprese individuali, industriali, artigiane etc.

Tuttavia, non tutti i lavoratori autonomi sono obbligati ad aprire una partita IVA. Infatti, chi offre una prestazione lavorativa, che si tratti di un servizio o della realizzazione di un’opera in modo sporadico e occasionale, ossia quando la prestazione non supera i trenta giorni nell’arco di un anno.

A questo proposito, è importante sottolineare che superare il limite di reddito pari a 5.000 euro, non costituisce una condizione sufficiente per definire un lavoro autonomo occasionale, come spesso viene detto, bensì, solo una soglia, superata la quale si è obbligati a versare i contributi previdenziali.

Variazione di una partita IVA

Per aprire una partita IVA è sufficiente inoltrare una richiesta all’Agenzia delle Entrate fornendo il codice dell’attività che si vuole svolgere (codice ATECO). Ma cosa succede se il titolare di una partita IVA vuole cambiarla, magari perché vuole intraprendere un’altra attività in sostituzione della precedente che è andata male?

La legge è molto chiara in merito a ciò e non consente variazioni alla partita IVA. Quindi, cosa può fare il contribuente?

Il contribuente può chiedere di modificare il codice dell’attività indicata nell’apertura della partita IVA, in quanto vuole cimentarsi in un altro settore oppure ha intenzione di aggiungerne un altro, ma la partita IVA rimane la stessa.

Un’altra possibilità è quella di chiudere la partita IVA per aprirne una nuova, in questo caso è sempre l’Agenzia delle Entrate il destinatario della richiesta che provvederà a fornire una nuova partita IVA al soggetto economico.

LEGGI ANCHE: Quanto costa chiudere la partita Iva?

I modelli da utilizzare

Il possessore di una partita IVA che vuole variare uno degli elementi indicati nella dichiarazione di inizio attività oppure che ha intenzione di chiudere la partita IVA, deve procedere alla compilazione di un modello e presentare la variazione o la cessazione dell’attività presso uno degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, nel medesimo modo in cui ha avviato l’attività.

Se il titolare della partita IVA è una persona fisica, il modulo di riferimento è il modello AA9/12. Nel caso di soggetti diversi da persone fisiche, è necessario utilizzare il modello AA7/10.

E’ bene precisare che la legge non permette al singolo contribuente di avere più di una partita IVA, in quanto la stessa, identifica in modo univoco il soggetto, così come avviene per il codice fiscale.

Al contrario, come già anticipato, un titolare di partita IVA può svolgere più attività indicando più codici ATECO. In tal caso, le fatture vengono emesse sempre con la stessa partita IVA, ma si può scegliere se utilizzare lo stesso trattamento fiscale o meno.

Tuttavia, non c’è scelta ma obbligo di utilizzo di due trattamenti fiscali differenti, ad esempio, quando un soggetto esercita un lavoro autonomo che sia professione o arte, e al contempo attività d’impresa. Oppure, nel caso si abbiano due aziende di cessione di beni o servizi cui vengono applicate aliquote differenti. Altro caso, quando l’individuo svolge un’attività agricola e un’altra di diversa tipologia.

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Carmine Orlando

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