La successione è una procedura giuridica con la quale, alla morte di una persona, il suo patrimonio viene trasferito agli eredi. E’ bene sottolineare che, oltre ai beni e ai crediti, ne fanno parte anche i debiti.
Per prima cosa, precisiamo che esistono due tipi di successione: la testamentaria e la legittima. Come si evince dal termine, il primo caso prevede l’esistenza di un testamento valido. Il secondo sussiste proprio in mancanza di disposizioni testamentarie da parte del testatore, in tal caso, la successione segue l’iter di legge.
Il notaio rappresenta la figura professionale che provvede al disbrigo burocratico inerente la successione, sin dall’inizio. In primo luogo, il professionista rende noto agli eredi la tipologia di successione. In presenza di un testamento che contiene uno o più lasciti, sono chiamati all’eredità anche i legatari.
La procedura di successione inizia con l’apertura del testamento (se presente) oppure del documento di legittima. Il notaio procede con la comunicazione della ripartizione dell’eredità tra gli eredi, verificando la qualità degli stessi. Infine, questi possono decidere di accettare la successione in modalità semplice o con beneficio d’inventario.
In molti casi, il de cuius decide di programmare la successione redigendo un testamento, nel quale sono contenute le ultime sue volontà inerenti la distribuzione dei beni mobili e immobili, ma anche disposizioni morali. La legge prevede che una parte dell’eredità (quota di legittima) è destinata obbligatoriamente al coniuge, ai figli, e ai discendenti dei figli a prescindere dalla loro presenza o meno nel testamento. In assenza di figli subentrano gli ascendenti della persona defunta, ovvero i genitori.
In mancanza di un testamento all’apertura della successione, tutti i beni che compongono l’eredità vanno ripartiti tra i legittimi eredi, così come previsto dal codice civile. Quindi, essa avviene sulla base della linea ereditaria che prevede il coniuge del defunto e i figli, primi beneficiari. In loro assenza, si procede in base al grado di parentela, fino al sesto.
Indipendentemente dal tipo di successione (testamentaria o legittima), gli eredi sono chiamati a decidere se accettare l’eredità o rinunciare. Quest’ultima opzione non è poi così rara e solitamente si verifica quando i debiti del defunto superano il valore dei beni e dei crediti.
Come già accennato, in caso di accettazione dell’eredità si deve distinguere tra due modalità. La prima è denominata pura e semplice in quanto prevede il subentro a pieno titolo dell’erede nel patrimonio della persona deceduta. Quindi, accettando di pagare anche gli eventuali debiti. La seconda consiste nell’accettazione con beneficio d’inventario che possono esercitare solo gli eredi minorenni e i soggetti incapaci. Per questo motivo, non sono obbligati a pagare i debiti facenti parte dell’eredità.
Con riferimento alla scelta di rinunciare all’eredità, essa si può concretizzare alla presenza di un notaio.
In caso di accettazione dell’eredità, è necessario presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, entro e non oltre 12 mesi, a partire dalla data di dipartita della persona defunta. La presentazione può avvenire tramite un intermediario abilitato, presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente territoriale, oppure per via telematica ottenendo la copia originale.
La dichiarazione di successione non è obbligatoria se l’eredità del defunto non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari, il suo patrimonio netto non supera il valore di 100.000 euro e gli unici eredi sono il coniuge e i figli.
L’Agenzia delle Entrate, dopo aver ricevuto la dichiarazione di successione determinerà le imposte dovute sui beni e sui crediti. Il relativo importo varia a seconda del grado di parentela e del valore del patrimonio ereditato.
E’ da sottolineare che se gli eredi sono coniuge e figli, le imposte non vanno pagate in caso di complessivo valore dei beni fino a 1.000.000 euro per ciascun erede. Invece, fratelli e sorelle godono di una franchigia pari a 100.000 euro ognuno.
I beni presi in considerazione ai fini del calcolo delle imposte sono i seguenti:
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