Cosa si intende per assegno ordinario di invalidità, come si calcola il suo importo e soprattutto quando questo da diritto ad una contribuzione figurativa? Questo ed altro ancora in merito all’assegno ordinario di invalidità, andremo a scoprire in questa rapida guida.
Ovviamente, come è ben definito dal suo stesso nome, quando si parla di assegno di invalidità si fa riferimento ad un pagamento economico rivolto a persone con invalidità.
Nello specifico, possiamo dire che quando si parla di tale assegno, ovvero l’assegno ordinario di invalidità, si parla di una prestazione economica, erogata a domanda, in favore di coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale.
Quindi per tradurre il tutto in domanda più essenziale, chi spetta l’assegno ordinario di invalidità? Molto semplicemente, hanno diritto all‘assegno di invalidità INPS i lavoratori dipendenti, gli autonomi (tra cui, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri), nonché gli iscritti ad alcuni fondi pensione sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria, i quali vedono ridotta la propria capacità lavorativa di un terzo.
A differenza degli invalidi ad un terzo, vi sono gli invalidi civili.
Ovvero, per stessa definizione dell’INPS
“Si considerano mutilati e invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo (compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico o per insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali), che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età“.
Questo onere, diciamo così, è un qualcosa che spetta all’INPS. Ma su quali basi, avverrà questo calcolo?
E dunque, veniamo al nodo della questione, ovvero scoprire se e quando l’assegno di invalidità ordinaria da diritto a contribuzione figurativa.
La risposta a tale quesito è presto data. Infatti, nei periodi in cui si percepisce un assegno ordinario di invalidità senza svolgere attività lavorativa, viene riconosciuta contribuzione figurativa utile al riconoscimento futuro (può accadere nel caso l’assegno ordinario non venga riconfermato in revisione) dell’assegno stesso. La contribuzione figurativa dell’assegno ordinario di invalidità viene, inoltre, riconosciuta per il raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia per un massimo di 3 anni a chi, al raggiungimento dei 67 anni non ha maturato i 20 anni di contributi necessari per l’accesso. In questo caso, però, la contribuzione sarà valida solo per il diritto e non per ma misura.
Va aggiunto che per i lavoratori del settore privato (autonomi o dipendenti che essi siano) l’ordinamento prevede che l’assegno ordinario di invalidità venga trasformato in pensione di vecchiaia al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla legge Fornero.
Dunque, questo è quanto di più utile ed essenziale vi fosse da sapere in merito alla questione degli assegni ordinari di invalidità.
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