Chi può aprire un’associazione culturale? Prima di rispondere a questa e ad altre domande, è bene chiarire di cosa si tratta.
L’associazione culturale è un’organizzazione, solitamente senza finalità di lucro, che si pone degli obiettivi da raggiungere attraverso la diffusione e la promozione di varie iniziative all’interno di determinati ambiti di tipo artistico, umanistico e culturale. Ad esempio, si può svariare tra cultura, pittura, fotografia, musica e attività coristiche, cinema, teatro, spettacolo, sport, educazione civica e sociale, lettura, cucina, protezione dell’ambiente, organizzazione corsi a tema, ecc.
Pur non avendo una normativa particolare di riferimento, a differenza di quanto non accada per le Onlus o per le associazioni di volontariato, ecc. Tuttavia, ciò non significa che in un’associazione culturale ognuno può agire come meglio crede. Infatti, si è tenuti all’osservanza delle norme del Codice Civile e anche della legge fiscale, ossia del TUIR concernente gli enti non commerciali.
L’associazione culturale provvede al suo mantenimento attraverso il lavoro e la collaborazione di soci e attivisti, oltre al coinvolgimento di aziende e istituzioni pubbliche che fungono da sponsor.
Il requisito fondamentale di base per l’apertura di un’associazione culturale, consiste nella volontà dei soci di vivere e promuovere con grande convinzione e tutti insieme la passione e i valori in cui credono, al fine di raggiungere un obiettivo comune. Con questa premessa, va da sé, che chi la apre debba avere un background culturale, una formazione umanistica, sensibilità, competenze a livello gestionale e organizzativo, nonché la capacità di coordinamento delle varie attività da svolgere e l’iterazione con ambienti sociali e uffici pubblici. E’ importante farsi conoscere nel territorio e reperire i fondi per ogni progetto che viene messo in campo.
Premesso che, passioni e valori devono accomunare tutti i soci nell’intento di raggiungere gli obiettivi prefissati, ci sono da aggiungere dei requisiti formali che possiamo così sintetizzare:
Per poter operare in qualità di associazione culturale è necessario documentare la formale nascita della stessa e la volontà condivisa di voler raggiungere un obiettivo prestabilito. Tale documento è rappresentato dall’atto costitutivo, nel quale vengono indicate le caratteristiche principali:
L’atto costitutivo di un’associazione culturale deve essere sottoscritto da tutti i soci fondatori presenti.
Oltre all’atto costitutivo, è fondamentale redigere un documento che regola la gestione interna dell’associazione culturale e l’organizzazione delle attività svolte. Ecco quali indicazioni devono essere riportate dallo statuto:
A seguito dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione culturale, è possibile chiedere all’Agenzia delle Entrate un codice fiscale che passa per la compilazione del modello AA5u/6 oppure attraverso la richiesta inviata tramite raccomandata.
Una volta ottenuto il codice fiscale, l’associazione deve provvedere alla registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto, sempre presso l’Agenzia delle Entrate. Cosa va presentato:
Effettuato tutto ciò, l’associazione culturale può chiedere l’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, ma solo nel caso lo ritenga opportuno.
Per beneficiare del regime fiscale di favore, che permette la defiscalizzazione della attività a pagamento svolte dall’associazione a favore dei propri soci, l’articolo 148 del T.U.I.R. impone che gli atti prevedano obbligatoriamente:
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