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Dichiarazione dei redditi, entro quanto presentarla per non rischiare il ritardo o l’omissione?

Entro quanto bisogna presentare la propria dichiarazione dei redditi, per essere in regola e non rischiare, quindi, un ammenda per ritardo o omissione? Questa è una domanda frequente tra i contribuenti, a cui daremo risposta in questa rapida guida.

Dichiarazione dei redditi, cos’è e come compilarla

Come molti ben sapranno, soprattutto per chi è inserito nel mondo del lavoro, la dichiarazione dei redditi è quel documento contabile attraverso il quale il cittadino, quindi contribuente, comunica al fisco le proprie entrate, ovvero il proprio reddito, ed effettua i versamenti delle imposte relative a partire dalla base imponibile e dalle aliquote fiscali per ciascuna imposta dovuta.

E’ esonerato da tale dichiarazione il lavoratore dipendente o il pensionato che possiede redditi corrisposti da un unico sostituto d’imposta (datore di lavoro o Inps o altro ente pensionistico) e per questo ha già versato l’imposizione fiscale definitiva attraverso le trattenute in busta paga, il conguaglio fiscale di fine anno o le trattenute nelle rate di pensione. Salvo che non abbia interesse a ridurre la propria imposta Irpef, ad esempio con detrazioni fiscali per oneri e spese sostenute nell’anno precedente, in questo caso il 2020.

Ma vi sono anche casi di esonero dalla dichiarazione dei redditi per chi ha redditi di poco rilievo, redditi da lavoro dipendente o da pensione inferiori a 8.000 euro, oppure redditi da lavoro autonomo occasionale inferiore a 4.800 euro.

Usualmente per compilare la dichiarazione dei redditi è bene rivolgersi ad un commercialista che sarà di aiuto nel calcolare le varie aliquote fiscali e le imposte dovute. Altrimenti è possibile anche farlo da soli, online, attraverso il portale delle Agenzie delle Entrate.

Entro quanto presentare la dichiarazione dei redditi

Per dirla in breve, la scadenza prefissata per la dichiarazione (o anche noto come 730) è la data del 30 settembre, presentabile direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, alla voce modello 730 precompilato; 30 settembre al proprio Sostituto d’imposta; 30 settembre a un CAF dipendente o a un professionista abilitato. Insomma, il prossimo 30 settembre è la data apposita per non incorrere nel rischio di ritardo o omissione.

In ogni caso per chi non presenta il proprio 730 entro il 30 settembre vi è la possibilità di presentare il modello Redditi PF entro il 30 novembre ed essere sempre in regola con la presentazione: se anche se provvede, entro fine novembre alla presentazione del modello Redditi PF non si incorre nell’omissione della dichiarazione.

Ma cosa si rischia in caso di ritardo o omissione del 730?

Ecco, questa è la domanda che si pone alla base della preoccupazione di un eventuale ritardo o slittamento della presentazione del modello 730. La risposta a questa incombente domanda è presto data: si rischia una sanzione da 250 euro per l’omessa dichiarazione, mentre per la dichiarazione tardiva entro 90 giorni, sanzione di 25 euro.

Sono, inoltre, previste sanzioni anche per quei contribuenti che presentano, entro 90 giorni dalla scadenza, una dichiarazione integrativa a correzione di errori di un’altra dichiarazione già presentata. In questo caso si tratta di possibili correzioni ad un modello errato già inviato e presentato. In tal caso è necessario compilare il modello 730 rettificativo. Una volta che il modello è stato compilato in modo corretto, ma il contribuente si è accorto di aver dimenticato di esporre degli oneri deducibili o detraibili, c’è la possibilità di presentare entro il 25 ottobre un modello 730 integrativo.

Insomma, molto meglio cercare di essere puntuali, quando si tratta di pagare tasse allo Stato, onde evitare di incorrere in ripercussioni ulteriori sul vostro portafogli. Questo è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere su rischi e scadenze legate alla compilazione del modello 730, ovvero la vostra dichiarazione dei redditi.

Davide Scorsese

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