Pensione integrativa e convenienza fiscale: la deducibilità

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La pensione integrativa permette di ottenere un risparmio vantaggioso grazie ai benefici assicurati dalla deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensione dal reddito Irpef risultante nella dichiarazione dei redditi annuale. Infatti, i contributi che vengono versati annualmente permettono di diminuire l’imponibile fiscale ai fini Irpef.

Pensione integrativa: tetto di deducibilità fiscale

I contributi vanno detratti al reddito dichiarato prima dell’applicazione dell’aliquota progressiva prevista. Ciò comporta una diminuzione delle imposte da pagare. Il beneficio ha un tetto massimo corrispondente a 5.164,57 euro all’anno. Entro questo tetto, i contributi dovuti annualmente possono essere dedotti.

Deducibilità fiscale e calcolo base imponibile ai fini Irpef

Ai fini del calcolo dell’Irpef, la deducibilità fiscale delle pensioni integrative necessita del calcolo della base imponibile. Quest’ultima rappresenta il reddito complessivo netto sul quale il contribuente applica l’aliquota progressiva spettante. La base imponibile si compone da quanto segue:

  • dalla somma dei singoli redditi lordi (fondiari, da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, di impresa e da redditi diversi);
  • alla somma dei redditi devono essere sottratti gli oneri deducibili, quindi anche i versamenti fatti nell’anno di imposta al fondo pensione;
  • infine va dedotta anche l’abitazione principale.

Aliquote su base imponibile ottenuta con le deduzioni del fondo pensione

Alla base imponibile così ottenuta il contribuente si vede applicare le aliquote crescenti per scaglioni di reddito. Con la deduzione dei versamenti fatti al fondo pensione, l’imposta dovuta sarà meno gravosa perché va a detrazione della base imponibile. In particolare, per scaglioni di reddito:

  • fino a 15.000 euro si applica l’aliquota del 23%;
  • per lo scaglione successivo, da 15.0001 a 28.000 euro di reddito, si applica l’aliquota del 27%;
  • da 28.001 a 55.000 euro si applica l’aliquota del 38%;
  • per il successivo, da 55.001 a 75.000, l’aliquota prevista è del 41%;
  • oltre i 75.000 euro di reddito è prevista l’aliquota del 43%.

Calcolo Irpef per scaglioni di reddito

Se un contribuente dichiara un reddito lordo dell’anno precedente pari a 25.000 euro, fino a 15.000 euro paga l’aliquota del 23%, dunque 3.450 euro. Per lo scaglione successivo, ovvero da 15.001 a 28.000 euro (in questo caso fino a 25.000 euro), l’aliquota prevista è del 27%, per una tassa corrispondente di 2.700 euro. Il totale dell’imposta Irpef dovuta dal contribuente è di 6.150 euro.

Contributi versati al fondo pensione: la deducibilità nella base imponibile

Nel caso del contribuente, alla base imponibile vanno detrati gli oneri deducibili. Tra questi, la normativa permette di dedurre i contributi versati al fondo pensione ogni anno ai fini della prestazione integrativa. Il limite, come già ricordato, è di 5.164,57 euro. Pertanto, il contribuente che abbia un reddito complessivo pari a 25.000 euro (e che abbiamo visto avrebbe un ammontare di tasse da pagare pari a 6.150 euro) potrà dedurre i contributi al fondo pensione, pari ad esempio, a 3.000 euro.

Quanto si risparmia di tasse con la deducibilità della previdenza complementare?

Con la deduzione dei 3.000 euro dei contributi versati al fondo pensione la base imponibile si riduce a 22.000 euro. Pertanto, le tasse dovute dopo la deduzione scendono a 5.340 euro per un risparmio fiscale totale pari a 810 euro.

Deducibilità fiscale: anziché pagare tasse si provvede alla pensione integrativa

La pensione integrativa permette, dunque, una convenienza fiscale associata alla vantaggiosa scelta di mettere dei soldi da parte in vista della futura pensione. Da un’altra ottica, dei 3.000 euro portati in detrazione della base imponibile perché già versati al fondo pensione, effettivamente ne sono stati versati 2.190 euro. La differenza costituisce, evidentemente, la riduzione delle imposte dovute annualmente.

Deducibilità fiscale: maggiori vantaggi per i giovani

Il vantaggio di aderire alla pensione integrativa e dedurre le quote dei versamenti al fonto è maggiore per i giovani. Infatti, per chi è alla prima sua occupazione, la deducibilità totale è pari a  7.746,86 euro. Si tratta di 2.582,29 euro annui oltre il limite previsto. Inoltre, la quota non sfruttata fino al tetto della deducibilità pari a  5.164,57 euro costituisce un bonus da utilizzare sulle dichiarazioni dei redditi future. Si tratta del bonus deducibile addizionale per i primi cinque anni.

Il bonus deducibile addizionale per i giovani alla prima occupazione

Ammettiamo che un giovane alla prima occupazione versi al fondo pensione 3.000 euro all’anno. Nei primi cinque anni di iscrizione al fondo, potrà maturare il bonus deducibile addizionale pari a 2.164,57 euro x 5 anni, ovvero 10.822, 85 euro. I 2.164,57 euro sono ottenuti dalla differenza tra il tetto massimo ordinario e quanto versato al fondo (5.164,57 euro – 3.000 euro).

Utilizzo del bonus deducibile addizionale

Il bonus deducibile addizionale può essere utilizzato in deduzione a partire dal sesto anno di partecipazione al fondo pensione. Il limite di utilizzo è per i successivi 20 anni.

Cosa succede se si versa al fondo pensione più del limite di deducibilità?

Cosa avviene se i contributi versati al fondo pensione superano il limite previsto per la deducibilità del fondo pensione? Le quote eccedenti il limite fiscale devono essere comunicati al fondo pensione attraverso la “Comunicazione dei contributi non dedotti”. Il contribuente deve trasmettere la comunicazione entro il 31 dicembre dell’anno susseguente a quello nel quale è stato fatto il versamento.