Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Sei un'impresa? Forse non sai che puoi ricevere gli aiuti de minimis per finanziare progetti della tua azienda

aiuti de minimis

Uno dei pilastri del diritto dell’Unione Europea è il libero mercato, proprio per questo ci sono numerose norme il cui obiettivo è evitare che tra le imprese dei Paesi Membri sia alterato il gioco della libera concorrenza. Tra i punti cardine della legislazione dell’Unione Europea c’è il divieto di dare aiuti alle imprese in quanto questi andrebbero ad alterare la libera concorrenza. Ci sono però delle eccezioni e cioè gli aiuti de minimis, ecco di cosa si tratta.

Il divieto di aiuti di Stato

Il diritto dell’Unione Europea prevede il divieto di aiuti di Stato, la disciplina generale è contenuta nell’articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, TFUE, questo stabilisce il divieto generale di concedere aiuti di Stato, come sovvenzioni a fondo perduto, prestiti agevolati, garanzie su prestiti, esenzioni e immunità fiscali e tutti gli aiuti che siano idonei a falsare la concorrenza e pregiudichino il mercato interno. Lo stesso articolo 107 però prevede delle deroghe, queste possono essere concesse al fine di perseguire obiettivi strategici generali, ad esempio per portare economie deboli a livello delle forti, come nel caso di progetti per lo sviluppo del Mezzogiorno o per far fronte a perturbazioni economiche, tra cui quelle relative all’emergenza pandemica.

La normativa stabilisce che nel caso in cui uno Stato voglia concedere un aiuto debba darne comunicazione alla Commissione Europea che deve quindi valutare se il “progetto” sia in grado di ledere la libera concorrenza e minacciare il mercato interno oppure possa essere concessa una deroga. Gli aiuti devono quindi essere approvati dalla Commissione. Tale obbligo di comunicazione viene però meno nel caso in cui si tratti di aiuti coperti da un’esenzione generale per categoria, cioè gli aiuti de minimis. Cerchiamo quindi di capire di cosa si tratta.

Cosa sono gli aiuti de minimis

La prima cosa da sottolineare quindi è che gli aiuti de minimis possono essere concessi dagli Stati Membri senza doverne dare comunicazione alla Commissione Europea.

La seconda cosa da sottolineare è che si tratta di aiuti di piccola entità, proprio per questo si ritiene che non siano in grado di influenzare il libero mercato e la concorrenza. La normativa stabilisce che un’impresa unica non può ricevere più di 200.000 euro nell’arco di 3 esercizi finanziari. In realtà fino al 2006 il limite era di 100.000 euro, è stato successivamente innalzato. Deve essere anche ricordato che gli aiuti de minimis possono arrivare a 500.000 euro nel caso in cui siano riconosciuti in compensazione per la fornitura di Servizi di Interesse Economico Generale (SIEG) .

Il limite dei 200.000 euro in tre esercizi finanziari scende a 100.000 euro per le aziende che si occupano di trasporto su strada in conto terzi e a 15.000 euro per le imprese agricole. L’ammontare deve essere calcolato al lordo.

Da chi possono essere erogati gli aiuti del minimis?

Gli aiuti de minimis possono essere erogati dall’Amministrazione finanziaria, in poche parole dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), dalle Regioni, Camere di Commercio, Comuni ed altri enti pubblici.

A chi possono essere riconosciuti?

La normativa stabilisce che tutte le imprese, qualunque sia la loro dimensione, possano riceverli, mentre sono esclusi alcuni settori, cioè:

  • pesca e acquacoltura;
  • produzione agricola;
  • trasformazione di prodotti agricoli, ma in questo caso con dei limiti infatti non possono accedere agli aiuti de minimis se l’entità degli stessi è legata al valore della produzione acquistata da produttori primari e nel caso in cui l’aiuto sia diretto parzialmente o integralmente a produttori primari;
  • attività connesse all’esportazione verso Paesi dell’Unione Europea;
  • per finanziare iniziative che stimolino o inducano l’utilizzo di prodotti nazionali rispetto a quelli di importazione.

Tali limiti a ben vedere sono giustificati dal fatto che si tratterebbe di finanziare delle attività che comunque rischiano di alterare le libera concorrenza.

Come capire se si può accedere agli aiuti de minimis?

Come si può notare, il limite dei 200.000 deve essere riferito a tre esercizi finanziari successivi, per capire se vi sono margini per ottenerli è necessario sommare il valore di tutti gli aiuti ricevuti anche se la loro forma è diversa, ad esempio si devono sommare fondi ottenuti, ma anche agevolazioni fiscali, l’ammontare del valore di eventuali garanzie ottenute, di immobili concessi a prezzi inferiori rispetto a quelli ordinari. A queste somme devono essere sommate quelle che eventualmente si otterrebbero partecipando a un determinato bando e complessivamente non deve essere superato il limite. Si parla in questo caso anche di base mobile.

É l’azienda a dover fornire all’amministrazione una dichiarazione sugli aiuti de minimis ottenuti nell’anno in corso e dei due esercizi finanziari antecedenti. L’ente erogatore dovrà però controllare che l’auto-dichiarazione corrisponda a realtà. Per aiutare le aziende a monitorare gli aiuti di Stato ricevuti è stato predisposto il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato disponibile a questo indirizzo https://www.rna.gov.it/RegistroNazionaleTrasparenza/faces/pages/TrasparenzaAiuto.jspx  

Naturalmente nella scheda devono essere inseriti non solo gli aiuti ricevuti a livello statale, ma anche quelli ricevuti a livello locale.

Come ottenere gli aiuti de minimis

Per ottenere gli aiuti de minimis è necessario rispondere a bandi di concorso previsti a livello nazionale o locale, nel completare la procedura di partecipazione deve essere allegata l’auto-dichiarazione vista, nel caso in cui dai controlli dovesse emergere che è stato già superato il limite visto, naturalmente non sono concessi tali aiuti. Se la dichiarazione è non rispondente al vero, ma l’amministrazione concedente non se ne accorge ed eroga gli aiuti, in caso di successivi controlli potrebbero esserci conseguenze, cioè è necessario restituire gli aiuti.

Per rientrare nel limite dei 200.000 euro è anche possibile chiedere la riduzione di un aiuto precedente già concesso. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella sentenza del 28 ottobre 2020 in riferimento al caso di un’impresa che aveva ricevuto nei due anni precedenti importi pari a 130.000 euro e che in caso di concessione del nuovo aiuto avrebbe sforato tale limite, ha statuito che: “l’azienda che a causa dell’esistenza di aiuti precedenti, porterebbe l’importo complessivo degli aiuti che le sono stati concessi a superare il massimale «de minimis», può optare, fino alla concessione di tale aiuto, per la riduzione del finanziamento richiesto o per la rinuncia, totale o parziale, a precedenti aiuti già percepiti, al fine di non superare tale massimale.”