E’ importante conoscere la rendita catastale di un immobile perché in base al suo valore, vengono calcolate alcune relative imposte da pagare, ad esempio la Tasi e l’Imu.
La rendita catastale fa parte di quelle informazioni concernenti proprio l’immobile in questione, a cui è interessato soprattutto chi deve acquistarlo o riceverlo in donazione o per successione. Per tali motivi, si capisce quanto possa essere fondamentale conoscere la rendita catastale.
Il valore della rendita catastale di un immobile si basa sulla consistenza immobiliare, ossia la sua metratura, volumetria e numero di vani. Ma anche sulla tariffa d’estimo unitaria, consistente un valore numerico relativo al Comune, al quartiere o alla zona dove è ubicato l’immobile.
Come già anticipato poc’anzi, conoscere la rendita catastale di un immobile è necessario per la determinazione di alcune tasse da pagare.
Quindi, si può asserire che la rendita catastale è un valore fiscale che determina:
Per prima cosa, si deve disporre dei dati catastali che dipendono dal Comune in cui è ubicato l’immobile, la sezione, il foglio, la particella e i subalterni. Se non ti affidi a un professionista sarà sufficiente chiedere autonomamente una visura catastale all’Agenzia del Territorio. Come procedere? Per nominativo o per indirizzo.
L’agenzia delle Entrate suddivide il territorio in varie zone omogenee e divide gli immobili in ciascuna zona in categoria e classi catastali.
Solitamente, quando si deve acquistare un immobile, riceverlo in successione o per donazione, ma anche per conoscere l’entità delle relative imposte da pagare in qualità di proprietario, per evitare il rischio di incorrere in uno o più errori che comprometterebbero il valore reale della rendita catastale, ci si affida a un esperto del settore.
Tuttavia, conoscendo la procedura da seguire è possibile effettuare il calcolo della rendita catastale in modo relativamente semplice, tramite alcune operazioni che hanno come presupposto la conoscenza di determinati valori:
Si deve calcolare il prodotto dato dalla moltiplicazione tra la consistenza dell’immobile e la tariffa di estimo. Il valore catastale dove vengono applicate le aliquote di imposta è pari la valore dell’immobile determinato per via tabellare, partendo dalla rendita catastale dell’anno in corso.
Esempio di calcolo di rendita catastale: valore dell’abitazione moltiplicato per la rendita catastale moltiplicato per 1,05 (tasso del 5% rivalutazione) darà come risultato la rendita catastale rivalutata. Quest’ultimo valore deve essere moltiplicato per 160, ottenendo così il valore catastale dell’immobile.
E’ possibile fruire della rendita catastale dell’immobile di nostro interesse, procedendo via online tramite l’accesso al sito dell’Agenzia delle Entrate e poi selezionare il servizio “consultazione rendite catastali”.
Come già anticipato sopra, per effettuare questa operazione fai da te devi munirti di codice fiscale, dati identificativi catastali (Comune, sezione, foglio, particella, provincia in cui è ubicato l’immobile).
Gli step da seguire per il procedimento fai da te sono abbastanza semplici se si ha tutto a portata di mano, ecco cosa si deve fare:
La rendita catastale serve per calcolare le imposte da pagare sull’immobile (Imu e Tasi). A tal proposito, è importante compilare correttamente l’ISEE, per specificare sul modulo i dati identificativi il valore dell’immobile da rendita catastale.
L’aliquota base è pari all’8,6 per mille che, potrà essere rimodulata andando da un valore pari a zero ad un valore in aumento fino ad un massimo di 10,6 per mille. Fermo restando il tasso di rivalutazione della rendita catastale pari al 5%, il coefficiente applicato dipende dalle categorie catastali, ecco le principali:
Si ricorda che nel caso l’immobile in questione risulta abitazione principale, si gode di una detrazione pari a 200 euro.
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