Cosa non si può fare con il commercio elettronico

I consigli su cosa si può fare per eccellere nella realizzazione di una scheda prodotto di un sito di commercio elettronico (e-commerce) non mancano mai e sono di vario genere. Ma cosa non si può fare lo dicono in pochi. Una pecca che porta i neofiti a commettere una serie di errori banali che gli impedisce di partire con il piede giusto nella loro attività di vendita online.

A questo punto, non ci resta che vedere cosa è consigliato non fare, quindi evitare di compiere su una scheda prodotto che dovrebbe consentire di invogliare il potenziale acquirente a comprare.

Cosa non si può fare con il commercio elettronico: non copiare

La prima regola per tutti coloro che praticano il copywriting o comunque che scrivono contenuti testuali sul web, è non copiare dagli altri siti. E’ risaputo che Google detesta, anzi, penalizza i contenuti duplicati, tanti da ometterli tra i risultati di ricerca o di piazzarli nelle retrovie, dove l’utente non arriva nemmeno. In casi più gravi e reiterati, il motore di ricerca di Mountain View, il più utilizzato in Italia dagli utenti per distacco, può decidere di affossare il sito e-commerce nelle ricerche.

Perché dovrebbe funzionare diversamente quando si crea una scheda prodotto per il proprio sito e-commerce? Pertanto, anche quando si parla di commercio elettronico, evitare di copiare ciò che hanno scritto i siti concorrenti, senza usare nemmeno l’accortezza di rielaborare il testo o di aggiungere qualcosa di originale, porta al medesimo risultato: un disastro. D’altronde, cosa dovrebbe leggere di diverso l’utente che non abbia già letto di quella scheda prodotto dalla casa madre?

Il danno e la beffa: copiare fa incavolare Google rendendoti quasi invisibile agli utenti, i quali non trovando niente di nuovo o che possa almeno incuriosirli, pur essendo piombati sul sito di commercio elettronico, sorvolano e non acquistano.

Evitare troppi banner e altri elementi di disturbo

Non inserire troppe pubblicità, troppi banner o altri elementi di disturbo che possano distogliere l’attenzione del potenziale cliente/acquirente sul prodotto che s’intende vendere. Tra gli elementi di disturbo ci sono anche i menù di navigazione laterali che inducono l’utente a cambiare pagina e fargli perdere completamente l’attenzione sulla scheda prodotto. Il cliente potrebbe così essere urtato da tanti elementi estranei, da scappare dal sito di commercio elettronico, nonostante fossero interessati al prodotto.

Non promettere ciò che non puoi mantenere

E’ una delle regole d’oro da rispettare per chi gestisce un e-commerce. Inserire una tot quantità di prodotto disponibile all’acquisto immediato, quando in realtà non sono nemmeno stati stoccati in magazzino, vuol dire rischiare di illudere tanti clienti di poter ordinare e ricevere velocemente un determinato prodotto che in realtà non è ancora reperibile. Si tratta di gettare l’esca per far abboccare i clienti, peccato che le aspettative saranno disattese per forza di cose e questo porterà al sito di commercio elettronico a perdere altri cliente, perché è risaputo che la pubblicità negativa, quindi le pessime recensioni, fanno allontanare chiunque voglia avvicinarsi.

La stessa cosa vale per i tempi di consegna, non solo non va indicata una disponibilità che non c’è, ma lede gli interessi del sito e-commerce anche indicare una arco di tempo di consegna impossibile o quasi da rispettare.

Il commercio elettronico deve essere ottimizzato in tutti i sensi

Non ci si può permettere di avere grandi aspettative di vendita del proprio prodotto del sito e-commerce, se non è ottimizzato per i dispositivi mobili. Ormai, la gran parte delle ricerche da parte degli utenti e nel caso specifico da potenziali clienti/acquirenti sono effettuate da mobile. Questo vale per un qualsiasi sito, anche non e-commerce.

Avere nel sito link rotti o non funzionanti che restituiscono un errore 404 all’utente, è un macigno pesante da togliersi da dosso. Non utilizzare la SEO nella scrittura, usare immagini di scarsa qualità, omettere la pagina “Chi siamo” e le recensioni dei prodotti in vendita, creare una navigazione complicata e/o un’esperienza d’acquisto difficile, non offrire incentivi di alcun tipo, tutti questi errori od omissioni indicate nell’articolo, non possono che diminuire se non azzerare il tasso di conversione.

Quindi? Se il sito di commercio elettronico è già così mal messo, non resta che affidarsi a dei professionisti esperti (consulenti, programmatori, sistemisti e similari) per correre ai ripari, ma la strada non sarà affatto breve e semplice.

La speranza è che questo articolo possa essere letto da chi ancora non ha lanciato il proprio e-commerce, in modo da capire cosa non fare!

Carmine Orlando

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