Il PNRR per l’occupazione femminile: misure indirette e dirette

Al via il PNRR per l'occupazione femminile: ecco le misure e gli stanziamenti previsti

PNRR per l'occupazione femminile

Il PNRR, Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, sarà un punto fondamentale per l’economia del Paese per i prossimi anni, lo stesso punta a ottenere anche una maggiore inclusione sociale e quindi a superare alcune criticità dell’Italia, tra queste da sempre c’è la disoccupazione femminile. Ecco le misure del PNRR per l’occupazione femminile che dovrebbero aiutare l’Italia a superare il gender gap.

Il gender gap in Italia e in Europa

L’Italia prima della pandemia registrava record di disoccupazione femminile, in Europa il tasso di occupazione femminile è al 67,4% mentre in Italia al 53,1%, a ciò si aggiunge che le donne inattive, che cioè neanche cercano più un lavoro a causa del “lavoro di cura” che devono prestare alla famiglia, di origine e di nuova formazione, è del 35,7%, molto al di sopra della media europea. I lavoratori autonomi in Italia di genere maschile sono il 7,1% mentre le donne sono la metà. L’insieme di tutti questi dati colloca l’Italia al quattordicesimo posto nella Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality, una particolare classifica sulla parità di genere. Naturalmente la pandemia ha dato un ulteriore colpo all’occupazione femminile, infatti, molte donne hanno perso il lavoro sia per cause “naturali”, cioè la crisi economica, sia perché la didattica a distanza  ha costretto tante ad abbandonare il lavoro.

A ciò deve aggiungersi che quando le donne lavorano hanno comunque retribuzioni inferiori, incontrano molti ostacoli nella gestione di famiglia e lavoro al punto che sono spesso costrette a interrompere la carriera per potersi occupare della famiglia e raramente occupano posizioni apicali. Naturalmente questa situazione è nota anche perché socialmente consolidata e il PNRR ha posto attenzione a questa “fragilità” del nostro sistema. Resta da capire se le misure, che a breve vedremo, potranno realmente incidere sul gender gap.

Cosa prevede il PNRR per l’occupazione femminile

Il PNRR prevede tra le varie misure da attuare anche quelle per il superamento della diseguaglianza di genere.

Il PNRR è diviso in 5 missioni, se vuoi saperne di più sul suo contenuto generale, leggi l’articolo: PNRR: cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Piano ha un ambizioso programma, cioè aumentare l’occupazione femminile di 4 punti percentuali entro il 2026, nel breve periodo è invece previsto un aumento dello 0.7% nel solo 2021. Le strategie per raggiungere l’obiettivo non sono ancora state del tutto delineate anche perché ci sono diverse posizioni a riguardo, ad esempio l’ex ministra del Lavoro, con delega alle Pari Opportunità, Elsa Fornero, ha dichiarato di preferire una linea gentile, mentre l’economista Andrea Ichino propone una gender tax e una “terapia d’urto”.

PNRR per l’occupazione femminile indiretta

La prima misura prevista, o meglio quella che probabilmente sarà attuata per prima, è l’incremento  della presenza di asili nido in Italia, in questo modo per le donne sarà più facile ritornare a lavoro dopo la nascita dei figli. Attualmente l’Italia ha una copertura di posti per asili del 25,5% mentre la media europea è del 33% con le nuove misure e investimenti provenienti dal PNRR, l’Italia dovrebbe gradualmente raggiungere tali livelli. Per assicurare continuità è previsto anche il potenziamento dei servizi educativi per l’infanzia nella fascia dai 3 ai 6 anni e l’estensione del tempo pieno a scuola.

L’insieme degli interventi destinati alla scuola ha attualmente una copertura di 19,44 miliardi di euro, ma la somma prevede anche il potenziamento delle università, quindi attualmente non sappiamo quanto andrà effettivamente ai servizi per l’infanzia e quindi riuscirà ad alleggerire il carico femminile consentendo alle donne di tornare a lavoro. Tra l’altro il potenziamento di asili nido, servizi per l’infanzia ed estensione del tempo pieno dovrebbero da soli generare anche occupazione in modo diretto.

Aiutare le donne nel ruolo di cura

Si è detto che uno dei maggiori ostacoli per le donne è dato dal lavoro di cura che è destinato quasi esclusivamente a loro, questo non si esaurisce nella necessità di occuparsi dei figli, ma spesso anche dei genitori o altri familiari disabili. Proprio per questo nel PNRR è previsto il rafforzamento delle infrastrutture sociali che possono aiutare i disabili ad avere maggiore autonomia (stanziati 500 milioni di euro nel PNRR) e rafforzamento dei servizi di prossimità e dell’assistenza domiciliare con stanziamento di oltre 4 miliardi di euro. Molti criticano il fatto che all’interno del PNRR siano previste misure per favorire l’occupazione femminile, ma attualmente non sono ancora previste misure che coinvolgano maggiormente gli uomini nel lavoro di cura e nella distribuzione equa del carico familiare.

PNRR e occupazione femminile: reclutamento in PA e impresa

Un secondo punto riguarda il reclutamento in PA che prevede delle misure volte a incrementare la possibilità per le donne di raggiungere posizioni apicali. Sempre nella Pubblica Amministrazione vi è l’obiettivo di favorire il lavoro agile che favorisce un equo bilanciamento tra vita professionale e gestione della famiglia. Naturalmente le donne non lavorano solo un Pubblica Amministrazione quindi per stimolare un maggiore impegno nel mondo del lavoro è necessario agire anche nel privato. Sono quindi previste misure per l’imprese attraverso un potenziamento del finanziamento Smart & Start (che finanzia le nuove imprese con un elevato contenuto tecnologico e innovativo, orientate a fornire servizi nel campo delle nuove tecnologie digitali e intelligenza artificiale) e del finanziamento N.I.T.O. con possibilità di avere fondi a tasso agevolato e destinato a giovani e donne che vogliono diventare imprenditori.

Il PNRR per l’occupazione femminile prevede anche il potenziamento nuovo Fondo per l’imprenditoria femminile che è previsto nella Legge di Bilancio per il 2021 ma che ancora non è operativo.