L’OCSE ha pubblicato una relazione dedicando un capitolo intero al reddito di cittadinanza. Parole dure che potrebbero portare alla sua abolizione?
L’OCSE e il reddito di cittadinanza non vanno d’accordo. Il reddito di cittadinanza smuove gli animi e divide l’Italia, non solo dal punto di vista politico. Come se non bastasse un parere negativo arriva anche dal’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Secondo quanto riportato la misura è riuscita a migliorare la vita delle classi più bisognose. Ma il numero di beneficiari che hanno poi trovato impiego è davvero scarso.
Per questo motivo un intervento necessario sarebbe quello di ridurre il reddito per incoraggiare i percettori a cercare lavoro. Quest’ultimo sarebbe dovuto essere stato trovato dai celeberrimi Navigator, che in realtà hanno fallito nel loro compito. L’OCSE propone anche di introdurre un sussidio per il lavoratori a basso reddito. Si propone così una diversa ridistribuzione dei redditi e una eliminazione o netta riduzione dei beneficiari del reddito di cittadinanza.
Le parole dell’ OCSE hanno subito avuto una replica dal mondo della politica. Da una parte l’ex premier Giuseppe Conte difende a tutto spiano il gioiello grillino, di cui è maggiore esponente. Inoltre è convinto che il governo non lo cancellerà. Secondo lui infatti, la cancellazione sarebbe il venir meno di un patto di solidarietà e collaborazione. Dalla’altra c’è Matteo Salvini, segretario della Lega, che approva le parole dell’OCSE è definisce al misura totalmente da abolire.
Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere trasformato in lavoro di cittadinanza. Anche Italia viva si schiera contro il reddito di cittadinanza e lo definisce come una misura che non ha funzionato. Effettivamente guardando i dati il numero di lavoratori che hanno trovato un’occupazione grazie al reddito è davvero insufficiente. Infine il PD lo reputa uno strumento condivisibile, ma che va migliorato.
Il governo ha incassato le parole dell’OCSE. A dire il vero il Presidente Draghi ha già detto che ne condivide il concetto di base. Ma occorre comunque trovare una soluzione, perché è chiaro che la misura di sussidio così non funziona. Si potrebbe pertanto pensare ad un mix di misure che possano prevedere aiuti concreti ai più bisognosi, ma anche misure che permettano la creazione di posti di lavoro in Italia.
E così si ripensano a misure di riduzione fiscale, sussidi a favore delle imprese per creare un punto di incontro tra domanda ed offerta in molti settori dell’economia del Paese. Infine secondo l’OCSE, maggiori investimenti pubblici, inclusi quelli generati dai fondi Next Generation Eu, contribuiranno a raccogliere in forma estesa gli investimenti privati nel 2022. Si potrebbe così prevedere “una ripresa dei consumi con il ritorno ai luoghi di lavoro e la minore incertezza che incoraggerà le famiglie a ridurre il risparmio precauzionale”.
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