Negli ultimi mesi si sente sempre più frequentemente parlare di PNRR, Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, ma di cosa si tratta esattamente e può portare benefici diretti ai cittadini?
Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza è un documento presentato dall’Italia all’Unione Europea (e già approvato) in cui sono indicati i i programmi che l’Italia intende sviluppare con l’uso delle risorse del programma europeo Next Generation. Tale programma Next Generation è stato predisposto per aiutare i Paesi dell’Unione Europea a far fronte economicamente alle difficoltà affrontate durante il periodo Covid e a rilanciare l’economia dei vari Paesi, in particolare di quelli che più di altri hanno dovuto affrontare la crisi pandemica, l’Italia riceve dal programma somme elevate perché si tratta del Paese in cui prima degli altri è arrivata la pandemia, quando gli strumenti per combatterla erano praticamente inesistenti e di conseguenza ha pagato un elevato tributo. Vediamo però in linea generale cosa prevede il PNRR.
Il piano Next Generation si compone di due strumenti il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (REACT-EU) di 13 miliardi di euro. Il solo RRF consente all’Italia di avere per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, di questi circa 69 miliardi di euro sono a fondo perduto quindi non rappresentano fondi da restituire. Ulteriori 30,62 miliardi di euro arrivano dal Fondo Complementare predisposto dal governo italiano.
Il PNRR comprende uno stanziamento di 235,12 miliardi , sarà diviso in due fasi. Nella prima fase sono presenti 5 missioni La prima missione che il Governo Draghi intende portare a termine è quella della Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura, l’obiettivo è creare reti infrastrutturali in grado di sostenere la reale crescita del Paese che deve comunque adeguarsi al resto dell’Europa, sarà quindi necessario incrementare la presenza di reti a banda Ultra-Larga. A questo obiettivo sono stati dedicati 40,7 miliardi di euro.
All’interno di questa missione è prevista anche la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, l’obiettivo è ridurre i disagi per i cittadini creando una PA efficiente, da contattare anche da casa o dal luogo di lavoro attraverso il computer in modo da evitare code. Naturalmente sarà assolutamente necessario incrementare la cybersecurity, migliorare le piattaforme per poter sostenere la digitalizzazione senza intoppi. All’interno della missione 1 c’è anche spazio per il turismo e in questo caso l’obiettivo è superare la stagionalità del turismo in Italia, che attualmente rappresenta il 13% del PIL. Tra le proposte c’è la valorizzazione dei borghi che mira sia a una maggiore inclusione sociale, sia a migliorare le infrastrutture e strutture ricettive rendendo i piccoli borghi una vera attrattiva e riducendo il rischio di turisti concentrati in poche zone o città.
Gli obiettivi successivi sono:
All’interno di questi piani ci sono diversi programmi, ad esempio ci sono provvedimenti volti a tutelare l’infanzia, in questo caso i fondi sono quelli della missione 4, infatti l’obiettivo è incrementare gli asili nido pubblici, provvedimenti per la parità di genere.
Il centro studi di Camera e Senato ha anche definito il piano di interventi, in totale si tratta di 53 misure legislative che dovrebbero riuscire a dare attuazione a tutti gli obiettivi prefissati nel PNRR, la maggior parte degli stessi avrà la forma delle legge delega, quindi il Parlamento stabilisce le linee guida di intervento attraverso una legge delega, mentre il governo provvede al decreto legislativo finale su “incarico” appunto del Parlamento. Questo vuol dire che in realtà la chiave di tutto sarà in mano a poche persone, appunto il Governo, e che ci sarà anche una certa celerità perché in Parlamento è molto più semplice approvare una legge delega con linee guida generali rispetto a una legge vera e propria con il rischio dei ritardi dovuti all’ostruzionismo.
Il coordinamento di tutte le attività e progetti è stato affidato a una task force presso il Ministero dell’Economia che supervisionerà l’attuazione del piano e invierà le richieste di pagamento alla Commissione Europea, di conseguenza se i lavori non vengono effettuati realmente l’Unione Europea non darà i fondi stanziati. Ulteriori task force saranno presenti a livello territoriale per aiutare gli enti locali a sfruttare al meglio le risorse e per semplificare le procedure. La supervisione politica sarà invece affidata al Presidente del Consiglio.
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