Il regime forfettario previsto dalla legge 190 del 2014 sarà attivo anche nel 2022, ma ci sono importati novità soprattutto per quanto riguarda la fatturazione elettronica.
La fatturazione elettronica è il sistema attraverso il quale le imprese e società inviano telematicamente le fatture al cliente attraverso il Sistema di Interscambio SdI dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione, di conseguenza i movimenti sono “tracciati”. L’emittente, attraverso un software di gestione che naturalmente deve essere acquistato, deve predisporre la fattura e inviarla attraverso l’SdI, questo controlla che la fattura sia in regola, cioè contenga tutti i dati necessari come la partita IVA, gli importi, le informazioni per identificare i soggetti coinvolti, verifica la coerenza tra l’imponibile dichiarato e l’IVA applicata. Se tutto è corretto, trasmette al cliente la fattura, in caso di errori segnala all’emittente la presenza degli stessi. L’emittente deve quindi correggere e riprovare.
Il Sistema di Interscambio consente di gestire tutto in pochi minuti comodamente dal proprio computer, ma nel caso in cui ci siano difficoltà è possibile delegare tutto al proprio commercialista di fiducia. Il regime di fatturazione elettronica è entrato in vigore per la maggiore parte delle attività, ma non per coloro che operano attraverso il regime forfettario, per loro l’entrata in vigore del nuovo sistema era previsto per il 1° gennaio 2022, ma negli ultimi giorni ci sono state novità importanti.
Sembra che il Governo abbia intenzione di fare marcia indietro e quindi di far slittare l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica per le imprese che sono in regime forfettario e una data futura non è ancora prevista. Da ciò che emerge dalla Nota di Aggiornamento al DEF non c’è l’intenzione del Governo di modificare la soglia di compensi previsti per il regime forfettario che è di 65.000 euro di ricavi e 20.000 euro di spese comprendenti anche i costi dei dipendenti (contributi e salari). Inoltre sembra essere in arrivo una novità, si tratta di uno strumento di accompagnamento al nuovo regime, cioè coloro che supereranno le soglie, non entreranno in automatico nel regime ordinario, ma saranno accompagnati in questo per un biennio. Non sappiamo per ora cosa si intende esattamente per ciò.
Deve essere sottolineato che la Nota di Aggiornamento al DEF dice anche un’altra cosa che potrebbe essere molto importante e cioè che nel contrasto all’evasione ha poca rilevanza la non applicazione della fatturazione elettronica per le imprese che sono in regime forfettario. In secondo luogo, sempre dalla nota emerge che l’obbligo di fatturazione elettronica, al di sotto di una determinata soglia di compensi e ricavi, sarebbe in contrasto con il diritto dell’Unione Europea.
Questa prevede l’obbligo di fatturazione elettronica solo per gli appalti pubblici, negli altri casi resta un’opzione; l’Italia è l’unico Paese ad essere andato oltre con lo scopo di combattere l’evasione fiscale. L’esclusione dall’obbligo per le piccole imprese nel regime dei minimi o forfettario è dovuta al fatto che comunque prevede maggiori oneri per le imprese che devono adeguarsi alle nuove tecnologie e proprio per questo l’obbligo deve considerarsi vietato dall’Unione Europea. Viene comunque sottolineato che molte si sono volontariamente adeguate.
Questo dettaglio è importante in quanto non solo fa presupporre che salti l’obbligo di adeguarsi entro il 1° gennaio 2022, ma fa intendere anche che nessun obbligo ci sarà anche in futuro.
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