Le riserve tecniche, servono a far fronte ai rischi d’impresa

Le riserve tecniche sono delle quote di capitali accantonate e che permettono di far fronte ai rischi di impresa. Il caso delle società di assicurazione

Le riserve tecniche: il caso delle imprese assicuratrici

Anche le imprese assicuratrici sono soggette all’obbligo di costituire riserve tecniche a fronte dei rischi derivanti dall’attività specifica di assicurazione. Le riserve si determino a seguito della redazione del bilancio delle imprese assicuratrici, ma vediamo di analizzare questo aspetto.

Le riserve tecniche sono legate a classi di valore eterogenee tra di loro e riguardano eventi:

  • verificati ma non ancora denunciati;
  • non ancora verificati;
  • verificati ma non ancora liquidati;
  • verificati, denunciati, liquidati ma non ancora pagati.

Pertanto le riserve sono quote di capitali che vendono accantonate proprio per poter far fronte a questi eventi che devono verificarsi, o che si sono verificati e devono essere liquidati.

Tante riserve per tanti eventi

Le riserve possono essere denominate come si vuole dell’impresa. Questo perché sono legati a sinistri, premi o danni di vario genere. Le imprese che esercitano l’attività assicurativa nei rami danni vedono essere costituite a fine esercizio. La riserva premi ad esempio non può essere inferiore al 35 per cento dei premi lori relativi ai rischi assunti nell’esercizio.

Tuttavia l’aliquota diventa del 40 per cento nel caso in cui i rischi fanno riferimento alla responsabilità civile. Ma a dire il vero esistono anche dei rischi di piccola entità come quelli che sono legati ai viaggi o ai trasporti, che si esauriscono in pochi giorni o in poche ore. Infine tutte queste riserve devono essere indicate nella Nota Integrativa, tra i documenti del bilancio.

La riserva sinistri, una nota particolare

La riserva sinistri deve tenere conto anche dei sinistri avvenuti m non denunciati alla data di chiusura dell’esercizio. Le somme recuperabili dagli assicurati e dai terzi possono essere dedotte dall’importo della riserva sinistri solo in presenza di comprovati elementi obiettivi.

Anche la riserva sinistri deve essere iscritta in bilancio all’ammontare complessivo delle somme che risultano necessaria per far fronte al pagamento delle polizza maturate. Ma le somme devono far fronte anche alle polizze in campo di rendite e riscatti.

Riserve tecniche: altre categorie da accantonare

Un’altra categoria di riserve è quella dedicata alle riserve di perequazione. Si tratta di quote che comprendono tutte le somme accantonate conformemente alle disposizioni normative che permettono di inglobare i sinistri relativi alle calamità naturali.

Mentre le riserve matematiche comprendono le riserve tecniche costituite per gli impegni connessi ai contratti di assicurazione nei rami vita. In questo caso il rendimento è determinato in funzione di investimenti per i quali l’assicurato ne sopporta il rischio o in funzione di un indice.

Altre caratteristiche comuni a tutte le riserve

L’impresa deve indicare nella Nota Integrativa unitamente alle modalità di calcolo utilizzate, l’ammontare delle riserve ripartito in funzione delle tipologia di prodotto scelto dal consumatore finale. Tuttavia a fronte delle riserve tecniche costituite, il bilancio d’esercizio deve evidenziare tra gli elementi dell’attivo le disponibilità patrimoniali per un ammontare non inferiore all’importo costituita tra gli elementi del patrimonio netto.

Ma ciò che non si deve dimenticare è che le imprese assicuratrici sono sottoposte al regolamento IVASS, cioè l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, che dispone il funzionamento di questo tipo di attività. Ma anche i prodotti che possono essere offerti sul mercato, la sua attività di controllo, il processo di approvazione di un singolo prodotto e le collaborazioni tra imprese che operano nel medesimo settore.

Francesca Cavaleri

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