Lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate, cosa fare per evitare un accertamento fiscale

Agenzia delle Entrate Riscossione: conjtrollo situazione debitoria

Prima di avviare un contenzioso con i contribuenti, in Italia il Fisco, dopo aver rilevato errori e/o anomalie, invia sempre una lettera che non è altro che un invito a regolarizzare la propria posizione.

In questo modo, per gli obblighi fiscali e tributari, l’Agenzia delle Entrate attiva un canale di dialogo finalizzato ad incentivare l’adempimento spontaneo proprio da parte del contribuente. Vediamo allora cosa fare quando arriva una lettera dell’Agenzia delle Entrate e, soprattutto, cosa fare per evitare sia un accertamento fiscale. sia l’avvio di un contenzioso.

Cosa fare per evitare un accertamento fiscale quando arriva una lettera del Fisco

La lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate può permettere al contribuente di correggere errori ed omissioni. Anche in base a dati che il Fisco non conosce o che, per qualche ragione, non ha potuto prendere in considerazione.

Ottemperando alla richiesta dell’Agenzia delle Entrate, anche avvalendosi eventualmente dell’istituto del ravvedimento operoso, il contenzioso con il Fisco termina ancor prima di iniziare. Ovverosia, risolta la questione, il contribuente, come sopra detto, eviterà di subire da parte dell’Agenzia delle Entrate un accertamento fiscale.

Nella lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate, inoltre, sono sempre indicate sia le modalità di accesso e di utilizzo del servizio relativo al ‘Cassetto Fiscale’, sia quelle per ‘CIVIS’, il servizio che permette di trasmettere e di far acquisire al Fisco dati e documenti utili legati proprio alla comunicazione ricevuta. Nella lettera, inoltre, il Fisco fornisce pure le modalità di compilazione della dichiarazione integrativa. Sulla base degli errori e/o delle omissioni che sono state riscontrate.

Al servizio CIVIS si accede dal portale dell’Agenzia delle Entrate tramite le credenziali. Quindi con un’identità digitale ed anche con le credenziali del Fisco se il contribuente è un professionista o un’impresa. Le tre identità digitali ammesse sono la Carta di Identità Elettronica (CIE), la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) ed il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID).

Quando il Fisco invia al contribuente una lettera di invito alla verifica della propria posizione fiscale

La lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate al contribuente non è altro che una comunicazione di invito alla compliance nell’ottica di un rapporto che è basato sulla trasparenza e sulla collaborazione. Detto questo, sono tanti i motivi per cui il Fisco può decidere di inviare una lettera al contribuente al fine di verificare prima e, eventualmente, regolarizzare poi la propria posizione fiscale.

Per esempio, questo accade quando nella dichiarazione sono stati omessi o sono stati comunicati solo in parte dei dati chiave sui redditi. Dai redditi da fabbricati a quelli da lavoro, o di pensione, e passando per i redditi da lavoro autonomo e per i redditi diversi.

Se le omissioni e/o gli errori segnalati dal Fisco sono stati effettivamente commessi dal contribuente, allora si dovrà presentare la dichiarazione integrativa. Con il conseguente versamento di maggiori imposte. Ma a fronte del pagamento delle sanzioni che saranno in misura ridotta. Rispetto a quelle che, invece, potrebbero essere applicate dopo l’avvio da parte dell’Agenzia delle Entrate di un accertamento fiscale.