Proposta INPS per superamento Quota 100: in pensione a 63 anni

superamento Quota 100

Quota 100 in questi anni è stato un importante provvedimento che ha aiutato tanti italiani a uscire prima dal mondo del lavoro rispetto ai requisiti della legge Fornero. Ora è in scadenza ed è necessario trovare un modo per limitare l’impatto del passaggio repentino tra Quota 100 e la Legge Fornero. Una proposta arriva dall’INPS con pensionamento 63-64 anni. Ecco di cosa si tratta.

La proposta di Tridico per il superamento di Quota 100

L’INPS è sicuramente il soggetto che più di tutti può fare proposte per il superamento della Quota 100 e possibilità di pensione anticipata, questo perché conosce le sue tasche e ieri in Commissione Lavoro alla Camera il presidente  Pasquale Tridico ha illustrato una proposta che rispetto ad altre potrebbe incontrare maggiori favori, proprio perché proveniente dall’INPS.

La stessa prevede la possibilità di andare in pensione a 63-64 anni con una mensilità calcolata sugli effettivi importi maturati fino al momento del pensionamento. Gli importi dovrebbero poi essere aumentati al raggiungimento dell’età per il pensionamento con la Legge Fornero. Naturalmente per poter accedere a tale beneficio ci sono requisiti e condizioni.

In primo luogo il richiedente deve avere un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Inoltre devono essere calcolati gli importi pensionistici maturati che devono essere almeno 1,2 volte superiori rispetto alle pensioni minime INPS. Per il 2021 la minima era fissata a 515,58 euro, è molto probabile che per il 2022 la minima sarà fissata sopra i 520 euro a causa delle rivalutazioni INPS.

Se vuoi saperne di più sulla rivalutazione delle pensioni, leggi l’articolo: Rivalutazione pensioni 2022: novità per tutti dalla Corte Costituzionale

Previsioni sui conti INPS

Questa ipotesi di pensionamento anticipato secondo il presidente Tridico potrebbe essere compatibile con lavoro autonomo e part-time, in questo modo ci sarebbe una sorta di uscita graduale dal lavoro. Non è invece compatibile con altre forme di pensionamento diretto o con APE Sociale e reddito di cittadinanza. Secondo Tridico questa ipotesi porterebbe a un aggravio per l’INPS pari a 2,5 miliardi di euro per i primi 3 anni. Nel 2022 potrebbero accedere a questa forma pensionistica circa 50.000 persone con una spesa di 453 milioni, nel 2023 aumenta il numero di lavoratori ammissibili al beneficio.