Oggi andremo nel cuore dell’operato aziendale, per capire cosa si intende quando si parla di usufrutto aziendale. E, nello specifico come si generano usufrutto ed estinzione. Scopriamolo assieme nei prossimi paragrafi.
Dunque, quando si parla di usufrutto si fa riferimento ad un diritto reale di usare beni altrui acquisendone i frutti, ma rispettandone la destinazione economica. Si ha usufrutto d’azienda quando il proprietario attribuisce, ad una persona fisica o ad un ente, un diritto reale di godimento sulla stessa azienda in questione.
L’usufrutto può essere costituito per testamento o per contratto ma può anche essere acquistato per mezzo di usucapione e si estingue per:
1. scadenza del termine,
2. prescrizione per uso non protratto,
3. riunione dell’usufrutto con la proprietà,
4. totale perimento del bene oggetto dell’usufrutto.
Va aggiunto che un contratto di usufrutto d’azienda ha per oggetto il complesso economico nella sua interezza, come insieme unitario di beni, diritti e obblighi destinati alla produzione di reddito tramite l’organizzazione imprenditoriale, o un ramo autonomo e distinto del complesso stesso, e non la sommatoria dei singoli beni che formano l’azienda.
L’usufrutto d’azienda può avvenire secondo diverse modalità, come per testamento, per contratto ed anche tramite acquisizione mezzo di usucapione.
Ma come si passa invece all’estinzione di un usufrutto aziendale? Questa domanda sembrerebbe cercare una risposta più ambiziosa, ma troviamo una risposta molto essenziale in merito.
Possiamo ben dir, per rispondere a tale quesito che il diritto all’usufrutto di un bene non può essere ereditato ma si estingue con la morte del beneficiario anche se il decesso è precedente alla scadenza del termine riportato sul contratto. Non inibisce la vendita del bene.
Andiamo, però a vedere nello specifico, cosa è la cancellazione di un usufrutto.
Il contratto stipulato davanti al notaio per assegnare l’usufrutto dell’immobile posseduto da un proprietario ad un altro soggetto, che si definisce usufruttuario, determina una sorta di “scissione”. Tra queste due parti si dividono diritti e doveri che inizialmente erano attribuiti in forma esclusiva al proprietario, nella misura in cui:
L’esistenza dell’usufrutto, va aggiunto che è annotata nei pubblici registri e fa parte del corredo di informazioni che definiscono lo stato dello immobile, per esempio nell’ipotesi che il nudo proprietario decida di venderlo: un potenziale acquirente del bene deve sapere che è stato concesso in usufrutto, perché questo ne limiterà in qualche modo, o per lo meno ritarderà nel tempo, l’uso compiuto.
Ma quali possono essere le principali cause per la cancellazione di un usufrutto?
Dunque, a patto che non venga concordata una specifica scadenza in sede di contratto, l’usufruttuario resta tale fino alla fine dei suoi giorni (se l’usufrutto è attribuito a enti o associazioni, il termine è di trent’anni). Quindi, la motivazione principale per richiedere la cancellazione dell’usufrutto dai documenti archiviati al catasto è la morte dell’usufruttuario.
Esistono ad ogni modo anche altre possibili cause per la cancellazione usufrutto, legate a scelte volontarie, inadempienze o ad una pura fatalità, ovvero le seguenti:
Questo, dunque è quanto vi fosse di più necessario ed utile da sapere in merito alla situazione di un usufrutto aziendale.
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