Il disegno di legge di bilancio porta novità anche nel campo degli ammortizzatori sociali e in particolare modifica la disciplina della cassa integrazione 2022. Ecco le principali novità che riguarderanno i lavoratori e i datori di lavoro.
La normativa di riferimento per la disciplina della cassa integrazione è il decreto legislativo 148 del 2015, questo viene però modificato dal titolo V del disegno di legge di bilancio denominato “riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali” . La riforma avrà un costo di 3 miliardi di euro.
La prima cosa da sottolineare è che l’atto in oggetto, in particolare l’articolo 43, va in primo luogo ad ampliare la platea dei soggetti aventi diritto alla cassa integrazione, infatti per la prima volta vengono inseriti i lavoratori a domicilio che avranno una riduzione dell’orario di lavoro o una sospensione dell’attività lavorativa dal primo gennaio 2022.
La cassa integrazione 2022 sarà inoltre estesa agli apprendisti. Attualmente la cassa integrazione spetta soltanto a coloro che hanno un contratto di apprendistato professionalizzante, invece con l’approvazione definitiva del disegno di legge bilancio per il 2022 avranno diritto a percepirla anche a coloro che svolgono:
L’articolo 43 citato precisa però che la sospensione o riduzione di orario dell’apprendistato non deve pregiudicare il completamento del percorso formativo.
Le novità introdotte dal disegno di legge di bilancio non riguardano solo la platea dei beneficiari, ma anche gli importi della cassa integrazione.
L’attuale disciplina prevede due massimali:
1) 939,89 mensili nel caso in cui la retribuzione mensili non superi 2.159,48 euro ;
2) 1.129,66 mensili se la retribuzione supera il tetto precedente.
Con l’articolo 45 della riforma viene eliminata la prima fascia di massimale e resta in vigore esclusivamente la seconda. Si precisa inoltre che tale importo è soggetto alle modifiche necessarie per adeguamento all’indice ISTAT e quindi all’inflazione.
Un ulteriore contributo è a carico delle aziende e lo stesso è del:
Il quinquennio è mobile, cioè si fa riferimento sempre agli ultimi 5 anni rispetto al momento in cui si usufruisce nuovamente della cassa integrazione.
Sulle addizionali a carico delle aziende ci sono però delle novità che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2025, infatti per le aziende che per 24 mesi non usufruiranno di Cassa Integrazione Guadagni, l’addizionale sarà del 6%. Vengono quindi premiate le aziende più virtuose.
Novità anche per la CIGS, Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, destinata ad aziende in crisi e a rischio licenziamento. L’articolo 51 infatti riconosce l’estensione di questa misura ad imprese che non abbiano usufruito dei fondi di solidarietà e che abbiano occupato nel semestre precedente in media 15 dipendenti.
Ricordiamo che il disegno di legge dovrà essere approvato dal Parlamento e quindi potrebbero esservi leggere modifiche alle impostazioni ora viste.
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