Calcolo pensione con il sistema contributivo
Quali sono i requisiti affinché gli artisti e i lavoratori dello spettacolo maturino il diritto di andare in pensione? Proprio durante l’anno 2021 sono stati modificati alcuni requisiti di calcolo per le pensioni a decorrere decorrere dal 1° agosto scorso. La novità più consistente riguarda il requisito contributivo minimo per il diritto a un anno intero di anzianità utile per la pensione.
Per le pensioni degli artisti, a partire dal 1° luglio 2021 e a decorrere dalle uscite del 1° agosto 2021, l’anno di contribuzione si calcola non più con 120 giornate lavorative, ma con 90. Dei 90 giorni, almeno 60 devono essere stati svolti in attività lavorative nel settore dello spettacolo. I restanti 30 giorni possono essere stati svolti in qualsiasi ambito lavorativo. Ovvero ad attività riconducibili in altre gestioni previdenziali. Sono comprese l’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), il Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) o dei lavoratori agricoli autonomi, ma anche i contributi volontari e figurativi.
Come specifica il comma 17 dell’articolo 66 del decreto legge numero 73 de 2021, “ai fini dell’accesso al diritto alle prestazioni, i requisiti contributivi da far valere ai fini degli articoli 6 e 9 del decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, numero 1420, devono riferirsi per almeno due terzi ad effettive prestazioni lavorative svolte nel settore dello spettacolo”. Restano escluse da questa norma i ballerini e tersicorei per i quali il calcolo deve essere fatto sulle effettive giornate lavorative svolte nella relativa qualifica (90 su 90).
L’abbassamento delle giornate utili per far valere un anno pieno di contributi è stato operato dal decreto numero 73 del 2021. La legge numero 106 del 2021 ha convertito il decreto. Lo stesso decreto Sostegni bis ha esteso anche l’obbligo assicurativo al Fondo pensione dei lavoratori dello spettacolo (Fpls) a nuove categorie di lavoratori. La novità del calcolo dell’anno di contribuzione con 90 giornate lavorate ai fini della pensione riguarda i lavoratori appartenenti al Gruppo A elencati dal decreto ministeriali del 15 marzo 2005. Si tratta prevalentemente degli attori, dei conduttori, dei registi e dei cantanti.
La giornata lavorativa rientrante nelle 90 richieste per far valere un anno di contribuzione ai fini della pensione, può riguardare anche le attività di insegnamento o di formazione o quelle a carattere promozionale. Con l’entrata in vigore del decreto Sostegni bis, anche queste attività rientrano nel conteggio delle giornate utili ai fini pensionistici. Il calcolo vale anche se le giornate sono svolte a tempo determinato. Purché si tratti di lavoratori che abbiano le qualifiche professionali per rientrare nel Gruppo A.
Chiarito il metodo di calcolo delle giornate lavorative, è necessario verificare i requisiti (ovvero l’età anagrafica e il numero di anni di giornate lavorative) necessari per andare in pensione. Una prima suddivisione dei lavoratori dello spettacolo e degli artisti si può fare in base ai versamenti fatti prima o dopo il 31 dicembre 1995. Per chi ha lavorato entro la fine del 1995, i requisiti della pensione di vecchiaia sono i seguenti:
Per i lavoratori dello spettacolo con contributi versati dopo il 31 dicembre 1995, le regole di pensionamento di vecchiaia sono i seguenti:
Per la pensione anticipata dei lavoratori dello spettacolo (cantanti, artisti lirici, orchestrali, atttori, conduttori, direttori d’orchestra e relativi operatori), con contributi entro il 31 dicembre 1995, i requisiti sono i seguenti:
I requisiti rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2028. Gli stessi requisiti di uscita sono applicati anche ai lavoratori che hanno iniziato a contribuire dopo il 31 dicembre 1995. Questi ultimi possono, in alternativa, ricorrere alla pensione anticipata contributiva. I requisiti richiesti sono:
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