Le concessioni delle spiagge sono state prorogate fino a dicembre 2023. Il Consiglio di Stato le ha prorogare sono per tre anni, poi al via alle gare.
Il Consiglio di stato interviene in merito alle concessione spiagge. I magistrati hanno stabilito una proroga, ma solo fino al 2023. Infatti dal 2024 la gestione dei lidi dovrà essere messa a gara per essere giudicata. La decisone arriva pochi giorni dopo l’approvazione del disegno di legge sulla concorrenza. Pertanto nessuna possibilità di proroga, questo è sicuro.
Ma le concessioni pubbliche, a dire il vero, dovevano già essere liberate dal 2006 dal nostro Governo. Dopo un primo step del governo, arriva la decisione con la proroga, ma solo per i prossimi tre anni. Ancora da definire le modalità per la messa a regola delle gare. Draghi dovrà pertanto mettere a punto una legge in materia di concessione spiagge.
A metterci il carico è il garante Antitrust che fa alcune precisazioni in merito. Secondo l’ente infatti sono presenti attualmente circa 29.689 le concessioni balneari. Per un totale di ricavi pari a 115 milioni di euro, di cui solo 83 milioni effettivamente incassati. Tuttavia nel 72% dei casi il canone è stato inferiore a 2.500 euro l’anno. Ma si parla di un giro di affari pari a 15 miliardi di euro l’anno.
Pertanto facendo due conti i gestori di stabilimenti balneari o arie pubbliche paga davvero poco allo Stato italiano. Mentre sono i guadagni ad essere abbastanza elevati. Pertanto attraverso le nuove gare per l’assegnazione delle concessioni, si potrebbero rivalutare anche questi canoni in modo più equo.
La sentenza ha messo i gestori dei lidi sul piede di guerra. Infatti secondo i gestori non avrebbe più senso continuare a investire sugli stabilimenti, proprio a causa della precarietà delle stesse concessioni. Tuttavia gli attuali gestori potranno partecipare alle gare.
Anche perché se da un alto si vuole garantire la trasparenza della concorrenza sul patrimonio costiero italiano, dall’altro si deve fare i conti con chi per anni li ha gestiti e da essi ha tratto una fonte di reddito. Le associazioni di categoria non ci stanno, sono stufi della situazione, si spera in una risvolta, perché potrebbe essere davvero un colpo duro al turismo italiano, almeno per quello balneare.
Ma il Consiglio di Stato così commenta la sua decisione sulle concessioni spiagge: “è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessità“.
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