Contributi versati e non usati, possono essere riscossi?

I contributi versati dai lavoratori servono per poter andare in pensione quando si diventa anziani. Ci sono dei casi in cui non bastano, cosa fare?

Contributi versati, quando si può andare oggi in pensione

I contributi versati sono fondamentali per poter andare in pensione a fine carriera lavorativa. In questi ultimi giorni si dibatte al governo su una Riforma delle pensioni che possa chiudere definitivamente la pensione ed i rapporto tra età del lavoratore ed il valore dei contributi versati.

Ad esempio occorrono almeno 20 anni di contributi per andare in pensione all’età di 67 anni. Mentre se facciamo riferimento a quota cento è possibile andare in pensione a 65 anni e 35 di contributi. Insomma ci sono delle opzioni da dover considerare, tra cui  l’opzione donna e l’ape sociale. Ma cosa succede quando si ha l’età giusta ma non bastano i contributi?

I contributi silenti, come valutarli

L’obiettivo di un lavoratore a fine ciclo lavorativo è quello di poter avere un assegno mensile che gli permetta di vivere serenamente. Ma ci sono casi in cui il lavoratore è in età pensionabile, e non ha i contributi versati idonei. Ad esempio 67 anni di età e 18 di contributi. E allora cosa fare?

Questi contributi versati e non utili ai fini dell’assegno pensionistico sono i così detti contributi silenti. Tuttavia l’INPS non restituisce i contributi versati non utilizzati per ottenere la pensione. Però si sono alcune casse professionali, come quella dei ragionieri e dottori commercialisti che consento la restituzione dei contributi, qualora ci si cancelli dall’albo e dell’ente. Oppure l’Enpam, l’ente previdenziale dei medici, permette la restituzione dei contributi. Può ottenere la restituzione chi si è cancellato dall’ordine e non ha raggiunto il diritto alla pensione ai 68 anni.

Alcuni casi particolari

Tuttavia ci sono alcune categorie di lavoratori che hanno effettuato versamenti eccedenti rispetto alla contribuzione richiesta o a cui è stato riconosciuto un esonero contributivo o una riduzione che genera un’eccedenza di versamento. Dunque è possibile richiedere il rimborso di queste somme. Possono richiedere il rimborso:

  • gli artigiani ed i commercianti;
  • i datori di lavoro domestico;
  • lavoratori agricoli autonomi;
  • collaboratori lavoratori iscritti alla gestione separata.

Pertanto perdere i contributi versati è davvero un peccato. Quindi occorre sempre stare attenti e fare bene i calcoli prima di andare in pensione, per non incorrere in spiacevoli sorprese.