Riforma delle Pensioni, le trattative dopo l’incontro con i sindacati

Il nodo Riforma delle pensioni continua a tenere con il fiato sospeso i lavoratori. A seguito dell’ennesimo incontro con le parti sociali e i sindacati ecco cosa si ipotizza.

Riforma delle Pensioni e taglio delle tasse,un aggiornamento

Pensioni e tagli delle tasse sono stati il tema principale del vertice tenutosi ieri sera tra governo e sindacati. Il Premier Draghi ha dimostrato apertura verso una riforma delle pensioni dettagliata e che punta ad una soluzione duratura. Tuttavia erano presenti anche i Ministri Brunetta, Franco ed Orlando e i rappresentanti dei sindacati come Cisl, Ui e Cgl.

E’ lo stesso Bombardieri della Uil a dichiarare che l’incontro si è mosso su due fronti: la riforma fiscale e la richiesta di indirizzare le risorse sul cuneo fiscale verso i lavoratori autonomi ed i pensionati. Mentre Sbarra della cisl, ha confermato l’impegno del governo per continuare a revisionare la Legge Fornero. Infine Landini della cgil, si dice soddisfatto di aver trovato un governo disposto al dialogo e alle trattative.

Vediamo le posizioni all’interno del confronto

La posizione del Governo sembra spingere verso il ritorno della Legge Fornero. Mentre i sindacati sembrano essere contro il ritorno alla stessa legge chiedendo di andare in pensione con i 62 anni di età, oppure di 41 anni di contributi. Ma nelle legge di bilancio, sembra che non ci siano le risorse necessarie ad attuare una riforma delle pensioni di questo tipo. Pertanto la partita è ancora tutta da giocare.

Si ricorda che, per completezza di informazioni, che la legge Fornero prevede due misure sul tema pensioni. La pensione di vecchiaia a 67 anni, che richiede almeno 20 anni di contributi versati e la pensione anticipata che permette l’accesso al raggiungimento del requisito contributivo, indipendentemente dall’età.

Altre opzioni in campo

Sul tavolo delle trattative c’è anche la proposta del Presidente dell’InpsPasquale Tridico. L’idea è andare in pensione a 62-63 anni d’età della sola quota contributiva dell’assegno. Mentre la fetta “retributiva” verrebbe erogata al raggiungimento della sogli di vecchiaia di 67 anni.

Infine la Lega aveva ipotizzato una possibilità di uscita con 63 anni d’età e un’anzianità contributiva di 41 anni. Una cosa è certa ancora nulla è definito, ma pare che le parti siano disposte a trattare e a trovare una soluzione definitiva. Infine, in merito agli ammortizzatori sociali, si prevede la proroga di un anno di Opzione donna e dell’Ape sociale in versione estesa ad ulteriori categorie di lavori gravosi. Vedremo gli ulteriori sviluppi in materia di riforma delle pensioni.

 

 

Francesca Cavaleri

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