Taxi fermi, è protesta in tutta Italia per il Decreto Concorrenza

Taxi fermi fino alle 22. E’ sciopero in tutta Italia, ma già si pensa di indire a breve altri giorni di non lavoro. Ecco le ragioni dei protestanti contro il Governo.

Taxi fermi, il settore ancora bersagliato

I taxi sono fermi e i loro guidatori sono riscesi in molte piazze del Paese. Si protesta contro l’articolo 8 del decreto della Concorrenza che dovrebbe regalare l’intero settore alle multinazionali. Inoltre si metterebbe in ginocchio un servizio pubblico che ha già subito forti conseguenze a causa della pandemia. Un comparto che interessa circa 40 mila famiglie in tutta Italia.

Anche se di fatto di apre il mercato a diversi operatori, anche stranieri che utilizzando delle semplici app o piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti. Ad esempio, Uber, è un’azienda che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile che mette in collegamento diretto autisti e passeggeri. Mezzi, mobilità e noleggio sono già stati sotto la lente di ingrandimento di questo governo, e a quanto pare, non con esiti positivi.

Sindacati, i punti di contrasto dell’Articolo 8

Secondo i sindacati il ddl concorrenza va a tradire un accordo per avvantaggiare le multinazionali, contro l’attuale gestione delle macchine bianche. Infatti la protesta è proprio contro il riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea inseriti nel decreto.

Azione ingiusta in quanto anche l’Unione Europea inquadra, quello dei taxi, come un servizio pubblico essenziale e quindi escluso dalla concorrenza. Sono comunque stati garantiti i servizi minimi anche durante lo sciopero. Ma non si finisce qui, perché potrebbero esserci altri giorni. “Siamo taxi driver e non vogliamo diventare taxi raider“, è uno degli slogan della protesta. Infine i sindacati fanno sapere che hanno dimostrato responsabilità e attaccamento al territorio, ma il Governo non può dimenticare questa categoria di lavoratori.

Varie manifestazioni contro il Decreto

Lo sciopero dei taxi del 24 novembre 2021 è stato proclamato dalle sigle sindacali Fit-Cisl, Uilt-Uil e da Usb Lavoro Privato, Tras, Fast-Confsal, Federtaxi-Cisal, Uritaxi, Ugl-Taxi, Tam. Ed ancora Orsa, Uti, Satam, Claai, Unimpresa, Ati-Taxi, Ass. Tutela Legale Taxi e Unica Taxi Cgil. Tuttavia i sindacati fanno anche sapere che lo sciopero potrebbe continuare al oltranza fino a quando il governo non ritira il Decreto.

I tassisti chiedo di stralciare l’articolo del Decreto che spinge verso la liberazione. Dunque di emanare nuovi decreti attuati che diano vigore la precedente riforma del trasporto pubblico locale. Nessuno vuole che il servizio offerto dai tassisti sia considerato come servizio pubblico nazionale. Vedremo la mossa del governo, ascolterà o meno questi lavoratori?

Francesca Cavaleri

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Tags: taxi

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