Le case che consumano troppo, potrebbe arrivare il divieto di venderle o affittarle. Ecco quando e perché, secondo l’Europa.
Il problema energetico a livello globale è sempre più all’attenzione di tutti. E le varie catastrofi in giro per il mondo sono la conferma che qualcosa va fatta, soprattutoo in termini di riduzione delle emissioni. Così l’Europa si è fissata un ambizioso obiettivo. L’obiettivo è quello di ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030. Ma anche di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Per ottenere l’obiettivo l’Unione Europa punta a diversi progetti, riforme e cambiamenti che permettano la riqualificazione energetica degli edifici. Ma non solo, perché il settore immobiliare potrebbe avere delle gravi ripercussioni. Proprio perché si pensa di impedire l’affitto o la vendita di edifici che non abbiano uno standard minimo di efficienza energetica. Ma se si considera che in Italia, sono molte le case che hanno una classe energetica pari alla lettera G, il gradino più basso, il problema potrebbe essere più complicato di quello che si pensa.
La classe energetica permette di sapere qual’é il livello di consumi energetici di un immobile. Si parla della così detta A.P.E., acronimo di attestato di prestazione energetica. Con questo certificato e sulla base di parametri funzionali e strutturali, si può classificare la prestazione energetica di un immobile in relazione al suo impatto sull’ambiente in termini di consumi.
La classe energetica viene stabilita dal certificatore energetico confrontando l’indice di prestazione energetica con l’Edificio di riferimento, costruito secondo i principi di efficienza termica. Tuttavia le classi energetiche sono dieci: dalla classe A4 alla classe G. Nel primo caso si ha la classe più efficiente, mentre nel secondo caso si ha la classe meno efficiente. Infine a ciascuna classe è assegnato un valore di consumo energetico, valore che potrebbe appunto far tremare alcuni proprietari di immobili, se il progetto europeo dovesse andare in porto.
La proposta europea è una prima bozza che punta all’emissione zero entro il 2050. Un provvedimento che potrebbe bandire la circolazione degli immobili di classe G o che comunque hanno meno efficienza energetica. Pertanto gli stati membri dovranno, entro il 2027 stabilire gli standard che dovranno avere gli immobili. Anche perché lo sforzo che l’Ue ha intenzione di chiedere ai proprietari degli immobili non è da poco: entro il 2027 dovrà essere garantita la classe energetica E, passando poi alla D nel 2030 e, infine, alla C dal 1 gennaio 2033.
Si tratta di un piano davvero ambizioso, soprattutto se i superbonus 110% non saranno più erogati. Altro punto di riflessione è che se fossero resi impossibili alla vendita le case di classe energetica bassa, verrebbe fatta fuori una grossa fetta di mercato immobiliare. Spese e soldi che i cittadini dovrebbero affrontare ai fini dell’ammodernamento ai fini energetici. E soprattutto si potrebbe ottenere una deroga in cui il proprietario dopo una preliminare si impegna a fare i lavori per rendere commerciabile il bene? Staremo a vedere cosa si studierà.
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