Diligenza e buona fede sono la base di qualsiasi tipo di rapporto tra parti differenti, da cui nascono obbligazioni. Alcune precisazioni sono obbligatorie.
L’adempimento di una obbligazione è l’esatta realizzazione della prestazione dovuta. In particolare con l’adempimento l’obbligazione si estingue e il debitore consegue la liberazione dal vincolo le parti. Tuttavia l’adempimento deve essere esatto, deve essere cioé conforme ai criteri legali che definiscono il modo tipico di realizzazione dell’interesse creditorio.
Diligenza e buona fede sono i criteri fondamentali che definiscono il comportamento dovuto dal debitore. L’articolo 1176 de codice civile specifica l’obbligo di diligenza. In altre parole nell’adempiere l’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. Dunque “nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esecuzione di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata”.
E’ chiaro che si fa riferimento alla famiglia, in quanto elemento fondamentale su cui è fondata la nostra società. Tuttavia è quell’uomo considerato di alto rigore, impegno, onestà, determinazione, cura e dedizione per la famiglia. Un uomo che ha la stima e l’affetto di stima sociale. Quindi diligenze come un buon padre di famiglia, si fa riferimento a chi esegue qualcosa con le suddette caratteristiche.
Infine la diligenza del buon padre di famiglia è un concetto di diritto privato, risalente al diritto privato romano, e richiamato da vari articoli del Codice civile italiano. Una delle diverse forme di diligenza, è relativa alla modalità di adempimento di talune obbligazioni contrattuali ed extracontrattuali.
Se le obbligazioni riguardano lo svolgimento di un’attività professionale, si parla di diligenza tecnica. E così si indica il livello di competenza che deve essere usato per lo svolgimento di un lavoro. Mentre se il lavoratore non presterà la sua opera secondo questo livello, sarà inadempiente.
Quindi la diligenza media richiesta fa riferimento al contesto in cui nasce l’obbligazione tra due parti. Facciamo un esempio, sulla custodia di una bene per spiegare meglio il concetto. La diligenza media usata da un albergatore nel custodire qualcosa, o quella utilizzata da un amico, è sicuramente differente. Ma una cosa è vera, all’interno di ciascun tipo di obbligazione, il livello di diligenza richiesto sarà quello medio.
Possiamo quindi fare una distinzione molto semplice di diligenza:
Il concetto di buona fede è invece sancito dall’articolo 1175 del codice civile. La buona fede impone ai soggetti di un’obbligazione di comportarsi secondo le regole della correttezza. E’ questa è la buona fede oggettiva che consiste in un obbligo che impegna entrambe le parti. Infatti queste devono salvaguardare l’altrui interesse nei limiti in cui sia compatibile con il proprio.
La buona fede costituisce una tipica clausola generale di qualsiasi tipo di contratto. Il dovere di buona fede è inderogabile, e non sarebbe concepibile il contrario. L’obbligo di diligenza può essere invece parzialmente derogato, ma è vietato l’esonero da responsabilità per dolo o colpa.
Quando oggetto della prestazione sia un bene, costituiscono requisiti dell’esatto adempimento la sua esattezza materiale, quantitativa e qualitativa e la sua regolarità giuridica. In questo caso il debitore deve adempiere con cose di cui abbia la piena disponibilità. E di conseguenza non con cose che appartengono ad altre persone, anche se questo fosse denaro o beni facilmente spostabili.
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