No Tax Area: cos’è, a quanto ammonta e novità previste per il 2022

No Tax Area

Come dice il termine stesso, la No Tax Area è una quota di reddito che non è sottoposta a tassazione, ma come funziona e quali sono le ipotesi allo studio con la riforma fiscale per il 2022?

Cos’è la No Tax Area e quando entra nell’ordinamento italiano

L’obiettivo della No Tax Area è proteggere i cittadini economicamente più deboli esentandoli dal pagamento delle imposte sul reddito delle persone fisiche. L’ammontare di tale beneficio doveva essere pari al reddito di sussistenza cioè quanto necessario a coprire i bisogni essenziali.

La No Tax Area è stata introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento con legge n. 289 del 2002 (legge di bilancio per il 2003)  e la finalità era tutelare un primo scaglione di reddito, corrispondente al reddito di sussistenza, dalle imposte IRPEF dando così un po’ di respiro alle persone meno abbienti. Attualmente la No Tax Area viene calcolata con una formula decrescente e di conseguenza si annulla del tutto al raggiungimento della soglia di reddito di 55.000 euro.

La No Tax Area si definisce in termini di deduzioni e detrazioni, quindi come importi da sottrarre al reddito prodotto al fine di determinare l’ammontare su cui viene poi calcolata l’imposta, inoltre le detrazioni possono ulteriormente incidere sul reale ammontare. Da questo deriva anche che la No Tax Area è piuttosto flessibile e dipende anche dalla condizione del singolo contribuente e dal carico familiare.

La disciplina della No Tax Area nel TUIR

Attualmente la disciplina si ricava dagli articoli 11 e 13 del TUIR ( Testo Unico Imposte sul Reddito).

L’articolo 11 stabilisce l’esenzione per pensionati:

  • con reddito da pensione annuo non superiore a 7.500 euro;
  • reddito da terreni agricoli non superiore a 185,92 euro ;
  • abitazione principale.

L’articolo 13 al comma 1 si occupa dei lavoratori dipendenti e stabilisce la No Tax Area in questo modo:

  • 8.000 euro da lavoro dipendente.

Il comma 5 dello stesso articolo 13, invece ha ad oggetto la No Tax Area per il lavoro autonomo. In questo caso la soglia è:

  • 4.800 euro di redditi prodotti da lavoro autonomo.

Importi reali dei redditi non tassati

In realtà applicando le varie detrazioni, le fasce di No Tax Area comunque sono ampliate e arrivano a 8.130 euro per i pensionati e 8.145 euro per i dipendenti. Come funziona il calcolo? Attualmente ai redditi da pensione fino a 8.000 euro spetta una detrazione fissa di 1.880 euro, questa basta ad azzerare l’IRPEF dovuta e di conseguenza si forma la No Tax Area. Per i redditi superiori a 8.000 euro si applica una formula specifica volta a determinare la detrazione spettante. Per il reddito da lavoro autonomo devono essere considerate anche le detrazioni attualmente vigenti in forza  del Bonus Renzi che dal 2022 cesserà di esistere e sarà assorbito da altre detrazioni.

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Coloro che si trovano in tali condizioni sono esonerati anche dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

La Riforma della No Tax Area allo studio del Governo

Per il 2022 grazie alla riforma fiscale dovrebbero esserci ulteriori novità, infatti oltre a prevedere una riduzione degli scaglioni IRPEF, la riforma allo studio del Governo comprende  anche una riduzione di bonus e assegni, in favore di un ridisegno totale delle detrazioni. L’obiettivo è rendere il sistema fiscale più ordinato e semplice da gestire senza aggravi per i contribuenti.

Da ciò in automatico dovrebbe arrivare un aumento della No Tax Area, che per i pensionati potrebbe alzarsi fino a 8.500 euro e di conseguenza portare a un incremento del netto mensile.

Secondo la proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco dovrebbe aumentare anche la No Tax Area degli autonomi che potrebbe quindi arrivare a 5.500 euro.

Le posizioni dei sindacati

I sindacati sono però concordi nel criticare questa ipotesi di riforma. Con lo schema ora proposto a guadagnarci di più sono i redditi medi e alti in quanto vi è una riduzione per loro delle aliquote IRPEF, mentre i redditi fino a 15.000 continuano ad avere l’aliquota precedente al 23%. Proprio per questo, al fine di evitare disuguaglianze, sostengono che sia necessario aiutare i redditi più bassi che più di altri hanno pagato la pandemia. CGIL, CISL e UIL propongono un intervento più sostanzioso sulle detrazioni per la prima fascia di reddito andando così a estendere la No Tax Area. I sindacati propongono di rimediare i fondi attraverso una posticipazione del taglio dell’IRAP e quindi destinando alle fasce più basse di reddito il miliardo di euro stanziato per la riduzione dell’IRAP.

Infine, occorre ricordare che un aumento delle pensioni sarà dovuto anche al tasso di perequazione fissato all’1,7%.