Decreto sostegni ter, gli aiuti potrebbero non bastare

Il Decreto sostegni ter è già stato firmato da presidente del consiglio, ma non è detto che le risorse siano sufficienti alle imprese.

Decreto sostegni ter, cosa è stato approvato

Il nostro Paese vuole e deve tornare alla normalità se non vuole registrare un altro stop dell’economia. Così nonostante il 2022 parta sotto i più rosei auspici, c’è voglia di farcela. Nel frattempo il Governo ha determinato i nuovi aiuti a favore delle imprese in difficoltà. Così sono stanziati 3,3 miliardi per le imprese e per contenere i rincari nei primi mesi dell’anno.

Ma secondo gli studi fatti da Confindustria, queste misure potrebbero essere insufficienti a contenere i costi e i rincari che continua a lievitare anche nei beni di prima necessità come pasta, pane, latte e verdure che sono alla base della dieta alimentare di noi italiani. Non ultimo il caro-colazione in cui un caffè potrebbe arrivare a 1, 50 euro.

Decreto sostegni ter, facciamo un pò di conti

Il problema è che non si trovano le giuste risorse, molte aziende potranno trovarsi in gravi difficoltà. Le aziende potrebbero non poter più restare aperte e quindi licenziare i propri dipendenti. Sotto minaccia ci sono circa 500 mila lavoratori di vari settori economici. Questo vuol dire che i soldi pubblici dovranno essere impiegati per pagare le casse integrazioni o le misure idonee a sostegno delle famiglie in difficoltà.

Gli aumenti sono stimati in circa 90 miliardi per il 2022. Pertanto i soli soldi stimati riusciranno a coprire solo circa il 6% degli aumenti. Si capisce che occorre trovare un’alternativa e di farlo nel più breve tempo possibile. Perché tra costi dell’energia, personale dimezzato a causa dei contagi, la situazione economica del nostro paese potrebbe subire nell’ennesimo stop alla crescita.

A cosa sono destinati gli altri sostegni?

Oltre alla copertura degli aumenti dovuti al caro energia, i sostegni sono destinati alle imprese colpite dalla quarta ondata della pandemia. Tuttavia rischiano di non bastare i soldi per 1.6 miliardi destinati alle categorie più colpite. Non è neanche prolungato l’esenzione al pagamento dell’IMU per gli alberghi, che come è noto hanno risentito della mancata presenza di turisti, anche nelle grandi città.

Sul sito del Mise sono anche indicati a chi sono rivolti 390 milioni per le misure di sostegno ed attività del commercio al dettaglio, settore del tessile e dell’intrattenimento:

  • Fondo per il rilancio delle attività economiche per il commercio al dettaglio, con una dotazione di 200 milioni per l’anno 2022. Le imprese, per poter beneficiare dei contributi a fondo perduto, devono presentare un ammontare di ricavi riferito al 2019 non superiore a 2 milioni e aver subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019;
  • Fondo per il sostegno delle attività particolarmente compite, come l’intrattenimento, le discoteche, le piscine e le sale da ballo. Infatti è esteso al 2022 con uno stanziamento di 20 milioni da destinare ad interventi in favore dei parchi acquari, tematici, giardini zoologici e parchi geologici. Per il settore del wedding ed affini sono stanziati 40 milioni;
  • Il credito d’imposta del 30% sul valore delle rimanenze finali di magazzino delle attività manifatturiere e del commercio del settore tessile, della moda e degli accessori è esteso anche alle imprese che svolgono attività di commercio al dettaglio in esercizi specializzati di prodotti tessili, della moda, del calzaturiero e della pelletteria. Per la misura sono stanziati circa 100 milioni.

Somme che attualmente sono state stanziate, ma che dovranno essere poi destinate attraverso dei decreti attuativi e linee guida che permettono di presentare le domande da parte delle aziende.