Quanto abbiamo speso nell’ultimo anno per l’acquisto di mascherine, per sottoporci a tamponi e fare test? Sicuramente una somma non irrisoria, ma c’è la possibilità di recuperare almeno in parte i costi sostenuti, questo attraverso la detrazione mascherine e tamponi in dichirazione dei redditi. Ecco come fare e in quale voce devono essere dichiarati tali costi.
Dalle statistiche emerge che nel solo 2020 gli italiani hanno speso 164 milioni di euro in mascherine. Sicuramente nel 2021 le spese sono state un po’ inferiori per le mascherine visto che per molti mesi non abbiamo avuto l’obbligo di indossarle anche all’aperto. L’inizio del 2022 invece non è stato propizio perché siamo passati alle mascherine FFP2 che hanno un costo leggermente superiore, 0,75 euro ciascuna, ma soprattutto perché è aumentato il ricorso a tamponi rapidi e molecolari i cui costi oscillano tra pochi euro fino a 60 euro.
Calcolando che nelle famiglie spesso si eseguono molteplici test, il Covid 19 sta costando molto agli italiani. Ciò che però molti non sanno è che è possibile recuperare parte delle spese sostenute attraverso le detrazioni da richiedere con la dichiarazione dei redditi. Cerchiamo di fare delle precisazioni, in primo luogo nella prossima dichiarazione, cioè quella del 2022, sui redditi del 2021, potranno essere portati in detrazione i costi esclusivamente nel 2021, mentre le spese che stiamo affrontando oggi, dovranno essere dichiarate nel 2023 cioè nel momento in cui sarà fatta la dichiarazione relativa al 2022, è bene quindi conservare gli scontrini.
Fatta questa prima premessa cerchiamo di capire quali regole devono essere seguite per poter recuperare i soldi spesi in mascherine, tamponi e test. Questi costi rientrano tra le spese sanitarie e quindi seguono le stesse regole di queste. Infatti, la detrazione per le spese sanitarie dall’irpef ammonta al 19%, ma spetta solo per importi superiori a 129,11 euro, naturalmente questi costi non devono essere affrontati solo per le mascherine, infatti si possono portare in detrazione altre spese mediche, come le visite, ma anche molti farmaci da banco e prodotti vari solitamente acquistare in farmacia o para-farmacia.
Ciò vuol dire che raggiungere tale importo nell’arco di un anno non è difficile. Non è previsto solo un importo minimo per godere delle detrazioni per le spese sanitarie, ma anche un importo massimo e lo stesso è di 1.000 euro, su somme ulteriori rispetto a 1.000 euro non si applica la detrazione del 19%. Per calcolare quindi gli importi è necessario sommare le spese sanitarie, sottrarre la franchigia di 129,11 euro e applicare sulle rimanenti somme il 19%. L’ammontare massimo della detrazione che si può ottenere, visto il limite dei 1.000 euro è di 165,47 euro.
Dobbiamo precisare che per poter far rientrare le mascherine, i tamponi e i test rapidi nelle detrazioni previste per le spese sanitarie, è necessario in primo luogo avere gli scontrini, ricevute, fatture o comunque aver effettuato pagamenti elettronici, come richiesto per le spese sanitarie, e in secondo luogo è essenziale che questi prodotti siano conformi alle normative dettate in materia.
Per le detrazioni su test rapidi, molecolari, antigenici o sierologici eseguiti in farmacia o presso strutture convenzionale con il Sistema Sanitario Nazionale il costo può essere sempre portato in detrazione anche se il pagamento avviene in contanti. Nel caso in cui tali esami siano stati effettuati presso strutture non convenzionate, invece è necessario eseguire i pagamenti tracciabili elettronicamente, insomma si deve pagare con carta.
Per le mascherine invece è necessario che siano a norma e quindi:
Ogni altra diversa tipologia di mascherina non è dispositivo medico e di conseguenza non è possibile portare in detrazione i costi.
Per le spese sostenute all’estero è necessario che il pagamento sia avvenuto con metodo tracciabile.
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