Lavorare con Partita IVA e assunzione: come funziona?

In questa rapida guida torniamo nel mondo delle partite IVA, cercando di fare luce su alcune delle questioni più poste dai contribuenti. Come funziona lavorare e assumere con partita IVA? Scopriamolo insieme.

Collaboratori con partita IVA, come funziona

Assumere dipendenti con partita IVA è un sistema che permette alle aziende di risparmiare sui costi, in quanto si viene meno alla maggior parte di quegli oneri che spettano al datore di lavoro nel momento in cui assume un dipendente con altre forme contrattuali.

Usufruendo della collaborazione di un personale provvisto di partita IVA il datore di lavoro è quindi esonerato dal pagamento di:

  • Ferie;
  • TFR;
  • Contributi previdenziali;

Ma a parte questi vantaggi evidenti per chi assume un dipendente con partita IVA, cos’altro c’è da sapere? Scopriamolo nei prossimi paragrafi.

Partita IVA, cos’altro c’è da sapere

Innanzitutto partiamo dalle basi della questione, ovvero col precisare che la partita IVA è un numero di 11 cifre che identifica un determinato contribuente che può essere sia una società, oppure una persona fisica.

Delle quali undici cifre:

  • Le prime sette indicano il nome o la denominazione del titolare;
  • Le tre seguenti vanno a corrispondere a un codice identificativo dell’Agenzia delle Entrate;
  • L’ultima cifra ha una funzione di puro controllo.

E’ tenuto a dover aprire una partita IVA chiunque eserciti un’attività economica abituale e continuativa.

Assumere con partita IVA, quando è possibile

Occorre dire e sottolineare che la legge è molto severa in materia di assunzione con partita IVA, anche perché negli ultimi anni si è diffuso il fenomeno delle partite IVA fittizie, vale a dire quei veri e propri rapporti di lavoro subordinato che vengono mascherati da prestazioni occasionali in modo da aggirare gli oneri spettanti ai datori di lavoro in merito alle assunzioni.

La legislazione, perciò, si è fatta più attenta ed ha stabilito, in merito alla questione, che è possibile assumere dipendenti a partita IVA solo quando questi rientrano nelle seguenti categorie di lavoratori:

  • Soggetti iscritti ad albi professionali (medici, psicologi, giornalisti, architetti, ingegneri, notai, ecc.);
  • Soggetti che forniscono prestazioni lavorative grazie a un alto livello di formazione documentata da diplomi di maturità, o qualifiche conseguite al termine dell’apprendistato;
  • Soggetti che forniscono prestazioni lavorative grazie a un alto livello di formazione frutto di almeno 10 anni di esperienza nel settore in cui si opera;
  • Soggetti che posseggono un reddito annuo lordo da lavoro autonomo non inferiore a 1,25 volte il livello minimo imponibile ai fini del versamento dei contributi previdenziali.

Per rendere semplice in sostanza il sopra citato elenco, ci si può avvalere di collaboratori a partita IVA solo se questi forniscono una prestazione lavorativa altamente qualificata.

Quando non è possibile assumere con partita IVA

Di controparte, occorre anche sapere quali sono quelle volte in cui non è possibile assumere dipendenti che posseggono partita IVA.

A causa del JOBS ACT si è stabilito che non si possono assumere collaboratori con partita IVA se ci troviamo dinnanzi a tre condizioni:

  • Se la collaborazione tra le parti, nel tempo di un anno, supera i 241 giorni, cioè di 8 mesi l’anno per due anni consecutivi;
  • Se l’80% del reddito del possessore di partita IVA è derivato da incarichi che provengono dallo stesso committente;
  • Se il collaboratore con partita IVA è in possesso di uno spazio di lavoro fisso all’interno dell’azienda del committente.

Questo, dunque, è quanto di più utile e necessario vi sia da sapere in merito alle possibilità e alle funzioni di assumere dipendenti con partita IVA, per un datore di lavoro che non vuole correre rischi.

Davide Scorsese

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Davide Scorsese
Tags: partita iva

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